La ticinese, grande favorita, non ha tradito le attese: «Non ho pensato alle medaglie, volevo solo sciare bene».
Per la campionessa di Comano è la prima medaglia d'oro iridata: «Tanti fattori danno valore a questo risultato».
CORTINA D'AMPEZZO - Sognato, tanto atteso e infine raggiunto grazie al talento e al duro lavoro, l'oro conquistato a Cortina da Lara Gut-Behrami è il primo in un mondiale dopo due bronzi e tre argenti. La ticinese, in stato di grazia e favoritissima alla vigilia, non ha tradito le attese firmando il suo capolavoro in superG.
Una liberazione? «Non mi piace dire che l’oro è “finalmente” arrivato, perché non sta scritto da nessuna parte che un atleta debba vincerlo a tutti i costi. Ovviamente sono molto felice, ma con il tempo ho imparato che molte cose possono cambiare la vita di uno sportivo. Penso anche agli infortuni, non certo a una medaglia. È un insieme di fattori che danno valore al risultato raggiunto oggi».
Lara, grande favorita e reduce da 4 vittorie filate in superG, aveva tutti i riflettori puntati addosso. «Tutte siamo sotto pressione. Sono felice che la gara si sia disputata in condizioni eccellenti. Se avessimo corso martedì (con la nebbia e tracciato ridotto, ndr) sarebbe stato un po’ differente. Io avevo pressione soprattutto all’inizio, ma in sostanza volevo solo sciare e non iniziare oggi a commettere errori. Al resto ho pensato poco. È la prima volta che non mi sono detta “voglio assolutamente vincere una medaglia”, ma piuttosto volevo sciare bene. Quando ho cominciato a rendermi conto che la mia vita in fin dei conti non sarebbe cambiata con un oro, ho svoltato. E adesso me lo godo».
Che gara è stata? «È stata una corsa complicata, rivelatasi anche più veloce del previsto. Ho dovuto adattare più volte la mia linea e sono rimasta un po’ sorpresa dalla neve. Per questo al traguardo, in un primo momento, avevo dei dubbi e non ero subito convintissima della “bontà” del mio tempo».