Andy Murray sa cosa vuol dire tornare nel circuito dopo un lungo stop
LONDRA - Andy Murray ha spesso dovuto "flirtare" con il ritiro. Tra il 2018 e 2019 ha trascorso più tempo sul lettino d'ospedale che in campo. L'anca operata non gli ha dato tregua e molti consideravano la carriera dello scozzese sulla via del tramonto. Un contesto, con le dovute proporzioni, simile a quello al quale si trova oggi confrontato Roger Federer, anche lui alle prese con le difficoltà post-infortunio.
«Non conosco nei particolari la sua situazione, ma vista la mia esperienza so che è molto difficile - le parole di Murray - Tornare nel circuito dopo una lunga assenza, alla luce del livello che lo ha visto primeggiare in questo sport per tantissimi anni, e vedere che non giochi come vorresti è davvero difficile. Non sei in grado di estrarre i colpi che prima uscivano con facilità, è estremamente frustrante».
Nonostante ciò, Murray non crede che il collega si ritirerà a fine anno: «Mi viene in mente quando ha perso da Tommy Robredo agli US Open del 2013, si scatenò il putiferio e già allora si parlava di ritiro. Sono passati otto anni e in questo lasso di tempo ha vinto altri Slam. Io non so se si ritirerà o meno alla fine di quest’anno, ma ne sarei sorpreso onestamente».