La decisione australiana di concedere un'esenzione medica al serbo non è piaciuta, scatenando un putiferio
Durissimo il commento di Nicola Pietrangeli: «A questo punto Nole che giochi da solo insieme a quelli che non si vogliono vaccinare».
MELBOURNE - Alla fine ha vinto Novak Djokovic. Nelle scorse ore il serbo ha infatti annunciato che ci sarà anche lui a Melbourne per gli Australian Open. Una notizia che ha chiaramente alzato un polverone accendendo tantissime polemiche. Negli scorsi mesi, infatti, dallo Stato di Victoria avevano fatto sapere che le porte sarebbero state aperte soltanto per i tennisti vaccinati. Oggi il numero 1 al mondo ha invece dichiarato di aver ricevuto il nulla osta grazie a un'esenzione medica, di cui non si sa niente e mai si saprà perché riservata.
"Djokovic ha chiesto un'esenzione medica che gli è stata concessa, a seguito di un rigoroso processo di revisione che ha coinvolto due gruppi indipendenti di esperti medici - ha espresso in una nota Tennis Australia - Uno di questi era l'Independent Medical Exemption Review Panel nominato dal Victorian Department of Health. Hanno valutato tutte le domande per vedere se soddisfacevano le linee guida dell'Australian Technical Advisory Group on Immunization (ATAGI)".
Nicola Pietrangeli - il più grande tennista italiano della storia - ha commentato senza peli sulla lingua la notizia odierna: «Così non va bene, essendo il numero 1 dovrebbe essere il primo a dare l’esempio - le sue parole riportate da "LaPresse" - Non ho niente contro di lui, ma è un brutto messaggio che si manda. Così facendo vuol dire che è solo una questione di interessi, di soldi e non si pensa alla salute degli atleti».
Non certo un esempio da... numero 1: «Esattamente. I giocatori potrebbero anche fare sciopero, a questo punto che giochi da solo insieme a coloro che non si vogliono vaccinare. Se sei il numero 1 devi essere rispettato ma devi anche rispettare. Se il numero 34 del mondo dice non vengo in Australia, non gioca. Se lo dice il numero 1 invece gioca. Così non va bene».