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FOOTBALL AMERICANOIl Lugano nutre grandi ambizioni: «Bisogna curare il movimento giovanile»

24.03.22 - 13:00
Il presidente dei Rebels Elia Richina è carico: «ll nostro compito è promuovere questo sport in tutto il Ticino».
Lugano Rebels
Il Lugano nutre grandi ambizioni: «Bisogna curare il movimento giovanile»
Il presidente dei Rebels Elia Richina è carico: «ll nostro compito è promuovere questo sport in tutto il Ticino».
Il football americano sta prendendo sempre più piede alle nostre latitudini: «I ragazzi hanno un grande potenziale, dobbiamo crescere».
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LUGANO - Nella giornata di sabato 26 marzo prenderà il via il campionato svizzero di Serie C di football americano e per l'occasione i Rebels saranno di scena a Losanna.

La compagine di Lugano – presente a livello nazionale dal 2015 – sta crescendo e nutre ora grandi ambizioni a lungo termine. «Abbiamo i mezzi per fare bene anche se dopo la pandemia le priorità sono cambiate e quest'anno l'obiettivo principale è quello di crescere a livello d'organico e far conoscere il più possibile questo sport alle nostre latitudini», è intervenuto il presidente Elia Richina. «In particolar modo abbiamo deciso di concentraci in maniera minuziosa sulla formazione dei giovani, per cui in questa stagione proporremo una compagine di U19 e stiamo costruendo per l'anno prossimo una U16 di flag football. Abbiamo diversi giocatori nuovi appena arrivati che hanno la possibilità di imparare da buoni coach e da altri giocatori d’esperienza che abbiamo in rosa. Molti di questi sanno fare la differenza e fra questi spicca il capitano Cesare Alberti, il quale si è laureato lo scorso anno campione europeo con la nazionale italiana. Non tutte le squadre hanno la fortuna di avere un leader del genere e questo permette a tutto il gruppo di capire quale sia il giusto approccio a questo sport».

Come reputi il campionato quest'anno? «La nostra prima squadra milita in una Lega composta da un girone di undici squadre e si gioca un totale di dieci incontri. Saremo messi subito alla prova con tre big-match importanti già nel primo mese, mentre la regular season terminerà alla fine di giugno. Se dovessimo riuscire a piazzarci nei primi quattro posti della classifica, disputeremmo in luglio i playoff. Per quanto riguarda invece la U19, i ragazzi si allenano da molto tempo insieme ed é bello vedere che ci sono diversi giovani, già nel giro della nazionale, con un forte potenziale. Loro hanno un campionato di soli cinque match, per cui coloro che hanno già le capacità di giocare con la prima squadra avranno modo di farlo».

Cosa significa formare una squadra giovanile di football in Ticino? «Dopo averla creata, bisogna curarla e alimentarne costantemente l'effettivo. Non è semplice perché tanti giovani non sanno di questa possibilità ed è per questo che abbiamo deciso di organizzare dei tryout aperti a tutti, come quello del 3 aprile a Cornaredo (campo F). Sarà anche fondamentale la nostra presenza alle giornate sportive che si terranno nelle scuole, dove avremo modo di presentarci agli allievi, i quali potranno approcciarsi direttamente a questo sport. Solo così può scoccare la scintilla per coloro che non conoscono le regole e che hanno magari il timore di provare a giocare. Avere la possibilità di poter trasmettere le vere emozioni e l'importanza del sentimento di squadra in questo sport é necessario per noi. Una volta capita l’essenza, é più facile appassionarsi ed entrare a far parte del gruppo. Il movimento giovanile rappresenta per noi la base di tutto, anche perché dopo qualche anno di “apprendistato” ci ritroviamo in prima squadra gente già rodata».  

E la U16 per il 2023? «Stiamo mettendo in cantiere anche una flag per questa categoria, poiché abbiamo ragazzini interessati a praticare questo sport già in giovane età. Alcuni di loro hanno dieci anni ed é bello vedere come si divertono in allenamento, ma è un po' presto per confrontarsi con il tackle football. Una U16 di questo tipo è dunque l'ideale per permettere ai ragazzi di conoscere le basi ed esprimersi al meglio senza contatto. Dobbiamo crescere in ogni ambito». 

L'importanza di ex giocatori che si impegnano a fare crescere il movimento è quindi grande. «Dietro le quinte ci sono molte persone che collaborano: ex giocatori ma non solo. Questo permette di capire che a livello societario le basi sono solide. Siamo inoltre molto attivi anche nei social network che ci danno sempre più visibilità. Il nostro compito non é quello di promuovere una squadra, ma uno sport in un’intera regione e non è per niente evidente. Entrare nella quotidianità della gente è un primo passo per poi crescere a livello societario. Stiamo lavorando nella direzione giusta, ma c'è ancora tanto da fare».

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COMMENTI
 

RobediK71 2 anni fa su tio
Come dal 2015? Ed il Lugano anni 90 ?

L'Azzeccagarbugli 2 anni fa su tio
Risposta a RobediK71
Non si chiamavano Rebels….
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