Nole, col morale alle stelle, scherza ed elogia Sinner dopo la semifinale: «È uno dei leader della nuova generazione».
«È stato un match combattuto. Il punteggio non racconta esattamente quello che è successo in campo»
WIMBLEDON - 36 anni e non sentirli. Anzi. Novak Djokovic, spietato e dominante, è arrivato ancora una volta in finale a Wimbledon (la nona in carriera) e domenica andrà a caccia del 24esimo Slam. Dall’altra parte della rete ci sarà il giovane prodigio Carlos Alcaraz, mentre in semi si è sbarazzato in tre set di Jannik Sinner, altro rappresentante della “next gen”. «Le semifinali sono sempre partite incerte, il punteggio non racconta esattamente quello che è successo sul campo», ha commentato Nole rendendo onore al rivale, battuto 6-3, 6-4, 7-6(4).
«Con Sinner è stato un match combattuto, il terzo set l'avrebbe potuto vincere lui, ma ha sbagliato qualcosa e mi ha concesso di arrivare al tie-break. Ha comunque dimostrato il suo valore e perché è uno dei leader della nuova generazione».
Poi, a questo proposito, “l’highlander” di Belgrado ha chiuso con una battuta. «Devo dire che è bello fare parte di questa generazione… i 36 anni sono i nuovi 26 (ride, ndr). Cerco comunque di non guardare l'età come una cosa che mi disturba. Se sto giocando il mio miglior tennis? Mi piacerebbe crederlo, il nostro è uno sport individuale e devi metterti nelle migliori condizioni mentali e fisiche. Io ho tanta motivazione. Provo gratitudine per questo sport e voglio ricambiare il favore giocando più che posso».