L'ex stella brasiliana arrestata due volte in poche ore per possesso di documenti falsi
«La legge deve essere rispettata, indipendentemente da chi sei», le parole del ministro degli Interni del Paraguay Euclides Acevedo.
ASUNCION - Non è propriamente un periodo felice per Ronaldinho. Nella giornata di ieri l'ex stella, tra le altre, di Barcellona e Milan è stato arrestato per la seconda volta in 48 ore. L'accusa è quella di essere entrato in Paraguay con dei documenti falsi. Già mercoledì il 39enne brasiliano era stato fermato ad Asuncion - in compagnia del fratello Roberto de Assis - con l'accusa di possesso di documenti falsi. Ma in seguito erano stati rilasciati...
"Il procuratore generale ha ordinato la rettifica della posizione presentata dall'unità per i crimini organizzati - si legge in una nota emessa dal fisco paraguaiano - L'ufficio del procuratore generale ha quindi emesso un mandato di arresto accusando Ronaldinho di utilizzare documenti falsi. Ha richiesto la sua detenzione preventiva".
In Paraguay Ronaldinho avrebbe dovuto presentare il suo libro "Genius of Life" e partecipare ad alcune serate a scopo benefico.
«Ronaldinho ha un passaporto falso. È un crimine ed è per questo motivo che è stato ordinato il suo arresto: rispettiamo la sua popolarità sportiva, ma la legge deve essere rispettata, indipendentemente da chi sei», così si è espresso il ministro degli Interni del Paraguay Euclides Acevedo a "AM 1080".
Già nel 2018 al diretto interessato fu ritirato il passaporto a Porto Alegre per reati ambientali, un problema che Ronaldinho aveva spesso cercato di aggirare falsificando appunto i propri documenti.