L'ormai ex calciatore è tornato a parlare dell'addio al calcio: «Non è stata una scelta presa all'ultimo momento»
TORINO - L'addio di Stephan Lichtsteiner è ormai ufficiale da una decina di giorni. A livello di club è alla Juve dove l'ex laterale della nazionale rossocrociata ha giocato più partite e dove ha vinto più trofei: sette scudetti, quattro Coppe Italia e tre Supercoppe Italiane.
«Già da diversi anni, con la mia famiglia, stavo maturando questa decisione - le parole del rossocrociato a "Tuttojuve" - Ero già vicino al ritiro la scorsa stagione, ma poi decisi di fare un altro anno in Germania e poi di smettere definitivamente. Non è stata una scelta presa all'ultimo momento. La mia priorità è rappresentata dai miei ragazzi che vanno a scuola, non puoi cambiare città ogni anno. Cosa farò adesso? Ho vissuto talmente tanto questo mondo che sarebbe più facile rimanerci all'interno, ma valuterò due strade: la prima sarà quella di prendere tutti i diplomi per diventare un dirigente oppure un allenatore, la seconda riguarderà un progetto per la vita normale. La Juve mi ha cambiato tantissimo, forse anche come uomo, per il tipo di responsabilità. È stata un'ottima scuola di vita».
Una battuta su Andrea Pirlo, il futuro allenatore della Juve che Lichtsteiner conosce molto bene. «Sicuramente il vantaggio di Andrea sarà quello della credibilità, perché tutti loro lo hanno conosciuto come calciatore e sanno benissimo quel che è stato in grado di fare. È stato un vincente sia in Italia che in Europa, come uomo è molto simpatico e anche tranquillo. Non ho nessun dubbio: per me farà molto bene. Scommetto che saprà gestire al meglio questa squadra».