Una gestione pessima, uno scambio possibile, Arno Rossini guarda in casa nerazzurra.
«Il danese è uno da mettere in vetrina non da tenere nel sottoscala».
MILANO - «Voglio restare tanti anni all’Inter ma un’altra esperienza in Premier la farei», ha detto Antonio Conte ai giornalisti del Telegraph. Una frase molto simile, con dei tempi verbali diversi però, potrebbe dirla pure Christian Eriksen, che con il tecnico salentino condivide lo spogliatoio ma non l’idea di calcio. Qualcosa tipo: «Vorrei restare tanti anni all’Inter ma un’altra esperienza in Premier la farò».
Il danese è unanimemente riconosciuto come uno dei migliori centrocampisti d’Europa. A Milano, però, non ha mai convinto. «Gli manca la “garra”», direbbero i cultori del pallone sudamericano.
«Non è uno che indossa la tuta mimetica e scende in guerra - ha specificato Arno Rossini - non è un guerriero alla Vidal, alla Kanté, anche alla Barella. E sono quelli i giocatori che piacciono al mister. Gli altri…».
Ma se uno è un fuoriclasse...
«Ha un bagaglio completo di qualità tecniche e tattiche e ha spunti in fase offensiva da grandissimo. Ha però grosse difficoltà in fase difensiva. Ed è questo che ha fatto la differenza».
Quindi la colpa dell’utilizzo con il contagocce è solo del danese.
«No, il fallimento è tutto di Conte. Eriksen si è intristito e ha probabilmente un po’ mollato quando ha visto che non gli veniva data la giusta fiducia, è vero; sarebbe però toccato al mister trovare una soluzione prima che la situazione precipitasse».
Uno schieramento differente?
«Eriksen dà il meglio di sé quando ha accanto dei compagni in grado di fare anche un po’ del suo lavoro sporco. Lo stesso Vidal, Gagliardini… l’Inter ha una rosa profonda, soluzioni ce ne sarebbero state. Invece si è scelta un’altra via. Però così… il danese è uno da mettere in vetrina non da tenere nel sottoscala. È uno in grado di emergere in una squadra che gioca a calcio».
I nerazzurri non giocano a calcio?
«Di sicuro non prediligono un gioco pulito o la creatività. Puntano sul temperamento».
Per questo, negli ultimi giorni, si è molto parlato di una cessione del danese, che potrebbe finire all’Arsenal in cambio di Xhaka.
«Sarebbe una soluzione interessante, che potrebbe fare felici tutti».
Una win-win situation amano dire negli States.
«Esatto, perfetto. Eriksen finirebbe in un team che, guidato da Mikel Arteta, potrebbe fare al caso suo. I Gunners avrebbero un giocatore fenomenale. L’Inter si ritroverebbe tra le mani un centrocampista molto, molto forte».
Granit potrebbe essere l’uomo giusto al posto giusto?
«Ha le caratteristiche che piacciono a Conte. Agendo come regista basso potrebbe forse bruciare Barella, ma mi sento di dire che sarebbe un grande acquisto. Ha le potenzialità per diventare una delle colonne della squadra. Stiamo in fondo parlando di un elemento nel pieno della sua maturità, che ha fisico, tecnica e tenacia e che ha già grande esperienza internazionale. È stato capitano al Gladbach e all’Arsenal».
Lì la fascia gliel’hanno tolta.
«Ha avuto problemi con i tifosi ma poi ha saputo levarsi da una situazione difficile. Ha avuto i co***oni per riemergere e guadagnare nuovamente spazi, minuti e fiducia. Se non hai carattere una risalita del genere non la fai».
E per Granit l’Inter sarebbe una buona occasione?
«Ma sì, certo. È un club solido, con una proprietà ricca, e ambizioso. Un’esperienza del genere sarebbe da fare».