Maurizio Jacobacci spinge un Lugano ambizioso ma cauto: «Nessuna paura che uno stop ci porti in un circolo negativo»
«Prima i 39 punti, poi ci siederemo attorno a un tavolo».
LUGANO - L’imbattibile Lugano non sarà eterno. Prima o poi - i tifosi bianconeri sperano ovviamente in un poi - un capitombolo arriverà. E come reagirà allo stop una squadra che, nelle ultime settimane, si è cibata delle sue stesse soddisfazioni, correndo sempre più dopo ogni pericolo scampato od ostacolo superato?
«Perderemo? Capiterà, ma sono convinto che poi sapremo rialzarci subito - ha spiegato fiducioso Maurizio Jacobacci - Dico questo perché conosco il mio gruppo. So quanto è intelligente, forte e preparato. Da quando sono qui siamo stati battuti solo in cinque occasioni, partendo dallo 0-3 contro il Basilea (il 10 novembre 2019, ndr) che è stata la nostra ultima sconfitta casalinga. Mai però sono arrivate due battute d’arresto consecutive e questo è un dato importante: siamo sempre riusciti a ripartire velocemente. Per questo non ho paura che un eventuale stop possa farci andare in un circolo negativo».
Questo grazie anche all’esperienza dei giocatori.
«A quelli più esperti, che hanno sempre dato l’esempio, e ai più giovani che hanno lavorato, sono migliorati, sono cresciuti, Penso ai vari Lungoyi, Macek o Guidotti, che hanno acquisito grande solidità mentale».
Perché allora limitarsi a puntare quota 39 punti e non osare di più?
«Perché vale la salvezza, che è fondamentale, che è il nostro primo e grande obiettivo. Raggiunta quella, in funzione delle partite rimanenti, con i giocatori ci siederemo attorno a un tavolo e fisseremo un traguardo più impegnativo. Attenzione però, questo è un campionato difficile nel quale, escluso lo Young Boys, tutte le squadre possono vincere o perdere con chi si trovano di fronte. Non sarà semplice fare punti con costanza. Comunque noi spingeremo sempre al massimo».
Segnate con costanza ma non avete un bomber vero, capace di garantire 15-20 gol a stagione. È questo il grande obiettivo del mercato invernale?
«Dipende. Vedremo. Valuteremo. A gennaio, quando saremo quasi a metà delle partite giocate, in base alla situazione e al rendimento dei nostri, con la società decideremo come comportarci. Tenete conto che però il Lugano non ha la forza economica dello Young Boys, non si può pensare di andare a ingaggiare un giocatore come Nsame, per esempio. Quindi si dovrà essere cauti e attenti. Il primo obiettivo non è in ogni caso quello di pescare in altre società, quanto piuttosto quello di aiutare i nostri attaccanti a divenire più efficaci. Come squadra, che probabilmente d’ora in avanti si troverà davanti rivali più accorte, dovremo migliorare per mettere Bottani, Gerndt, Ardaiz e Odgaard in condizione di lasciare maggiormente il segno. Pensando soprattutto all’uruguaiano e al danese... stiamo parlando di giocatori diversissimi tra di loro, che possono davvero esplodere».
Finora hanno faticato.
«Ma sono molto giovani, serve tempo. Li sosterremo e spingeremo. Poi appunto, a gennaio si faranno le dovute valutazioni e considerazioni».