Cambia la proprietà, si punta al top. Rossini: «Nessun dubbio: se Pablo comincia qualcosa poi vuole arrivare in fondo»
Magnetti: «Un pubblico caldo, competente e appassionato come quello di Bellinzona non c’è da nessun’altra parte».
BELLINZONA - Una stagione disgraziata, ricca di tantissimi bassi (e polemiche e malumori e litigate e voltafaccia…) e qualche alto. Questo ha vissuto il Bellinzona negli ultimi mesi. Partito puntando alla Challenge League, l’ACB ha infatti presto capito che l’obiettivo era irrealizzabile e andava rivisto verso il ribasso. Anzi, come poi è puntualmente successo, si sarebbe addirittura dovuto lottare per conservare la categoria.
Com’è stato possibile? No, questa non è la domanda corretta. La domanda giusta è: come si può evitare che accada di nuovo in futuro? Una prima risposta la si potrebbe avere lunedì quando i soci dell’ACB 1904 SA si troveranno davanti a un notaio e la società cambierà ufficialmente padrone. Paolo Righetti, Flavio Facchin e Paolo Gaggi cederanno le loro quote alla Supergoal SA, di cui è consulente Pablo Bentancur, che diverrà dunque titolare del 99% delle azioni societarie. Di più, qualora anche Lalo Delcò decidesse di farsi da parte mettendo sul piatto il suo 1%, allora ci sarebbe la proprietà completa.
A quel punto è ovvio credere che ci sarà una rivoluzione. È questo un fatto positivo? Solo il tempo e i risultati potranno dirlo. Di sicuro al Comunale termineranno le incomprensioni e si viaggerà verso una direzione ben definita. Di sicuro, al Comunale, si rivedrà Gaston Magnetti. Il capitano di tante battaglie, reduce da mesi tormentati e segnati anche da un brutto infortunio, spera infatti di poter ancora lasciare il segno in granata.
«Il Bellinzona è nel mio cuore - ha sottolineato l’attaccante argentino - e per me sarebbe davvero brutto lasciarlo dopo un’annata come questa. La società, i tifosi, la piazza, non meritano un palcoscenico come la Promotion League. Meritano molto di più».
Di più significa Challenge League. Che già quest’anno sembrava possibile.
«Credo che la squadra per salire di categoria l’avessimo. L’Yverdon non mi è sembrato tanto superiore».
Con Pablo Bentancur che negli ultimi mesi non ha potuto “decidere” per contratto e che invece l’anno prossimo potrebbe gestire la stagione sportiva, pensi cambierà qualcosa?
«Quest’anno non sono andate tante piccole cose. Diciamo che, per rendere al meglio, i giocatori dovrebbero potersi concentrare sul loro lavoro. Pensare a fare i giocatori. Poter fare i professionisti insomma. Questo non ce lo hanno però permesso, non è stato possibile e il gruppo ne ha risentito. La nuova proprietà e Pablo Bentancur sono seri e credo possano metterci in condizione di dare il massimo, di lavorare inseguendo il risultato. Nulla sarà lasciato al caso».
La nuova proprietà promette e chiederà professionalità. La nuova proprietà promette… il rinnovo.
«Il mio? È già da un paio di stagioni che, appena si comincia, penso si tratti dell'ultimo anno. Ho un sogno: chiudere con il Bellinzona in Challenge League. Ho giocato tanto in un Ticino che ormai conosco bene. Ho amato tanto il Chiasso e so cos’è Lugano. Senza voler mancare di rispetto ad alcuno posso però dire che un pubblico caldo, competente e appassionato come quello di Bellinzona non c’è da nessun’altra parte. Qui meritano la promozione. Ecco, mi piacerebbe regalarla. E regalarmela».
Il sogno è condiviso anche da Patrick Rossini, che però ancora non sa cosa sarà del suo futuro.
«Rimanere? Parliamone. Io mi faccio entusiasmare dai progetti: se quello che avrà l’ACB sarà importante, allora sarò solo felice di continuare. Da bellinzonese sarebbe un orgoglio».
Per riscattare una stagione negativa?
«Non mi piace guardarmi alle spalle, a quanto successo, e rimuginare. Ovviamente non tutto è andato per il verso giusto, ma non credo tutto sia da buttare. Qui ci sono per esempio dei ragazzi che sono ripartiti dalle leghe inferiori e pian piano hanno fatto risalire il club. Diciamo che il processo di crescita quest’anno si è interrotto. Cosa è successo? Serviva maggiore tranquillità. Se ci sono problemi in società, in alto, poi questi si ripercuotono a ogni livello. Ora c’è da imparare dagli errori commessi».
Il futuro dell’ACB sembra essere Pablo Bentancur. Cosa cambierà?
«Pablo lo conosco dai tempi di Lugano e so che se inizia qualcosa poi vuole arrivare fino in fondo. È un dirigente che pretende tantissimo dai giocatori ma poi dà anche tanto: sul suo impegno onestamente non ho dubbi. Sono tranquillo. Lo scorso anno, quando mi ha convinto a venire a Bellinzona, si era parlato di salire. Quello era l’obiettivo. E quello sarà in futuro, perché la piazza adatta per questa società non è la Prima Lega Promotion, bensì la Challenge League».
Dove vuol tornare, guarda caso, proprio Magnetti.
«Gaston? Quando si è infortunato gli ho chiesto: “Sei così tanto codardo (Rossini ha usato un’espressione più colorita, ndr) da mollare?”. Mi aspetto di rivederlo in campo la prossima stagione quando, se tutto andrà come deve, proveremo a conquistare la Challenge League».