Il coach 47enne: «Quando è il momento di lavorare sono ossessionato dai dettagli, voglio impegno e prestazioni positive»
La selezione elvetica affronterà in casa l'Irlanda del Nord il prossimo 9 ottobre, mentre tre giorni dopo sarà di scena in Lituania.
ZURIGO - L'allenatore della Nazionale Murat Yakin è carico in vista delle prossime gare della Svizzera, valide per le qualificazioni ai Mondiali in Qatar del 2022. Subentrato a Vladimir Petkovic in agosto, l'ex tecnico dello Sciaffusa ha finora diretto gli elvetici in tre occasioni: in amichevole con la Grecia (2-1), così come contro Italia (0-0) e Irlanda del Nord (0-0), con vista sulla prossima rassegna iridata.
Ricordiamo che dopo quattro incontri, la selezione rossocrociata occupa il secondo posto del Gruppo C con 8 punti, sei lunghezze in meno dell'Italia (14), che è però scesa in campo due volte in più.
Murat Yakin, quali sono le tue considerazioni dopo le prime settimane da coach della Nazionale?
«È stato un periodo intenso, ho avuto modo di conoscere una dimensione diversa e persone nuove. Abbiamo dovuto far fronte a tanti infortuni, prendendo nello stesso tempo decisioni importanti e veloci. Reputo in ogni caso positive le mie prime settimane di lavoro».
Da un club alla Nazionale: la tua vita da allenatore è indubbiamente cambiata.
«Sapevo fino a un certo punto cosa mi sarei dovuto aspettare. Devo però dire che, oltre a essere attirato da questa grande sfida, sono davvero entusiasta di ricoprire questo ruolo».
Come ha preso la notizia mamma Yakin?
«È felicissima, anche se purtroppo contro l'Italia non è potuta venire allo stadio. È tornata in Turchia per la prima volta dopo un anno e mezzo di pandemia e aveva molte faccende da sbrigare. Nonostante i suoi 87 anni d'età è stata comunque in grado di comunicare con me attraverso “Wlan” e “Facetime”. Contro l'Irlanda del Nord ci sarà».
Dopo lo 0-0 con l'Italia sei stato elogiato, mentre dopo quello con l'Irlanda del Nord sei stato criticato per la prima volta.
«Ho abbastanza esperienza per giudicare obiettivamente le prestazioni offerte dai miei ragazzi. Nel match contro l'Italia abbiamo mostrato un atteggiamento decisamente diverso rispetto alla sfida giocata agli Europei contro gli stessi Azzurri (ndr, 0-3) e alla fine avremmo quasi potuto vincere. Con gli irlandesi sono dell'idea che abbiamo avuto l'approccio giusto e sono contento del modo in cui i giocatori si sono comportati. I due punti conquistati sono importanti per il secondo posto in classifica e se vogliamo vincere il girone dobbiamo comunque battere l'Italia una volta su due».
Come hai intenzione di gestire la situazione riguardante Xhaka e Shaqiri? Il loro comportamento è sempre sotto i riflettori.
«Sono sicuramente due grandi figure del calcio svizzero e penso che dentro di loro vorrebbero soltanto giocare a pallone in santa pace. Quando però si esce dall'ordinario, questo palcoscenico ti mette a confronto con delle reazioni. Per me l'unica cosa che conta è che tutti i giocatori si comportino bene in campo e agiscano sempre nell'interesse della squadra. Se qualcuno dovesse muoversi al dì fuori di queste regole, andrebbe incontro a delle conseguenze».
Come definiresti la tua leadership?
«In linea generale sono rilassato, aperto e di tanto in tanto posso anche scherzare con i ragazzi. Quando però è il momento di lavorare sono ossessionato dai dettagli, pretendo impegno e prestazioni positive. Il nostro obiettivo è quello di crescere ulteriormente, per vincere serve tanta corsa, voglia, convinzione e spirito di squadra, così come una difesa disciplinata e aggressiva».
Quest'anno la Svizzera non potrà contare sui servigi di capitan Xhaka. Quanto influisce sul tuo lavoro?
«È importante, ma abbiamo dovuto fare a meno di lui dall'inizio dell'autunno. C'è comunque una gerarchia ben consolidata in Nazionale, anche quando nel gruppo manca qualche senatore. Abbiamo diversi giocatori importanti in squadra, così come diverse buone soluzioni per ogni ruolo».
Cosa bisognerà fare per prevalere contro Irlanda del Nord e Lituania?
«Saranno due sfide difficili. Dovremo essere bravi a prendere in mano la situazione, giocare in modo intelligente in fase offensiva e sfruttare al meglio le occasioni da rete».