Arno Rossini: «Insigne a Toronto? Carriera finita. Vivrebbe in una sorta di villaggio vacanze»
Si ammaina la bandiera-Insigne: «I tifosi non gli dedicheranno certo un murales».
NAPOLI - Manca l’ufficialità, ma già il fatto che sia uscita a un battito di ciglia da gennaio, quando ovvero un calciatore “in scadenza” può ufficialmente cominciare a trattare il suo futuro con qualsiasi club, rende la notizia assolutamente credibile. Incredibile è invece che un giocatore di quello spessore e con quel talento abbia fatto una scelta tanto rumorosa. Di chi si parla? Di Lorenzo Insigne, ovviamente, pronto - secondo la stampa italiana - a lasciare Napoli per trasferirsi a Toronto. Nuova città, nuovo Paese, nuovo campionato e… nuovo stipendio: 9,5 milioni di euro netti all’anno per cinque anni. Quasi 50 milioni, insomma, una cifra che all’ombra del Vesuvio non avrebbe visto neppure con il binocolo.
«Sì, certo, un vero e proprio tesoro - è intervenuto Arno Rossini - ma poi di tutti quei soldi cosa te ne fai? E, in fondo, non credo che Insigne sia ancora povero o che rimanendo a Napoli non avrebbe avuto la possibilità di garantirsi un futuro estremamente tranquillo. Non credo avrebbe fatto la fame».
Il club partenopeo gli aveva offerto un quinquennale da 3,5 milioni a stagione. In totale 30 milioni meno del capitale messo sul piatto dai canadesi.
«Un’enormità, è vero. Però rimango dell’idea che, pure “accontentandosi”, il fantasista azzurro non sarebbe stato male. Avrebbe guadagnato cifre che noi comuni mortali riusciamo a fatica a immaginare. Se ha scelto pensando esclusivamente all’aspetto economico, secondo me ha fatto un errore».
In che condizioni la sua decisione diventa giustificabile?
«Per analizzare correttamente la questione dovremmo conoscere il suo reale rapporto con la società e la città. Magari si è rotto qualcosa e per lui partire è quasi un obbligo».
Puntando sulla MLS invece che sulla Serie A o, comunque, su una Lega europea, Insigne ha in pratica scelto il prepensionamento.
«Sembra quasi abbia deciso apposta di andare lontanissimo dal suo Napoli. Per non correre così il rischio di incrociarlo in futuro. Potrebbe, questo, essere stato un omaggio nei confronti dei tifosi, che così non si sentirebbero traditi. Anche se, per come la vedo io, optando per l’addio Lorenzo ha perso la possibilità di consacrarsi come simbolo assoluto della sua città. Si parla tanto di bandiere, la sua sarà ammainata presto. Non credo gli dedicheranno un murales come fatto con Diego Maradona. In quanto a competitività invece… per lui il viaggio verso il Canada coinciderebbe con la fine della carriera ad alto livello».
A 30 anni?
«Non nella fase “ascendente” della carriera, appunto. In America del Nord Insigne potrebbe fare un’esperienza nuova, potrebbe divertirsi e potrebbe anche vincere campionati e premi. Ma giocando a che livello? Vivrebbe in una sorta di villaggio vacanze, dove sarebbe super coccolato. A livello mentale un po’ “mollerebbe”, è sicuro: si adatterebbe alla nuova realtà. E a quel punto per lui sarebbe finita. Il ritmo è collegato alla testa…».
Il 2022 è l’anno del Mondiale. Il 2024 quello dell’Europeo. Lorenzo potrebbe essere protagonista.
«No, non accadrà. Se andrà in MLS smetterà di essere centrale nel progetto-Nazionale. La stessa convocazione non sarebbe più sicura».