Marco Degennaro ci parla del suo Yverdon, del Sion e del mercato, che ha visto diverse partenze dalla Svizzera alla A.
Classifica serena e quarti di Coppa alle porte, l'Yverdon sta vivendo una stagione positiva: «Contro il Losanna sarà una festa, proveremo a sgambettarli. Sion? Constantin guarda in alto, ho visto una squadra ben messa in campo. Su Cabral e Nsame vi dico...».
YVERDON - Diventato in estate direttore generale dell'Yverdon dopo una vita passata al Sion, al quale resta ancora legato come consulente, Marco Degennaro lavora su più fronti e si gode i frutti che, il club vodese, da neopromosso in Challenge League, sta già raccogliendo. «Siamo partiti con l'idea di consolidare il nostro posto nella categoria e mettere le basi per il futuro, direi che fin qui sta andando tutto molto bene - interviene il dirigente - I venti punti di vantaggio sul Kriens, ultimo, ci permettono di lavorare con serenità sia in ufficio che sul campo».
La squadra guidata da Uli Forte, capace di prendersi lo scalpo dello Zurigo, è ancora in corsa anche in Coppa Svizzera.
«Quella è stata davvero una bella impresa. Martedì prossimo, in casa, ci giochiamo il derby nei quarti di finale contro il Losanna, in quella che sarà una festa per il calcio vodese. Con loro abbiamo un gran bel rapporto, poi è chiaro che ci piacerebbe sgambettarli... (ride, ndr)».
Il Losanna, che ieri si è separato dal mister Ilija Borenovic, è penultimo in Super e in quest'annata sta incontrando parecchie difficoltà.
«Sì, ma il loro organico è decisamente buono e arriveranno preparati. Sarà una partita dura, in cui cercheremo di vendere cara la pelle».
A proposito di Super, il "tuo" Sion - tornato in ottobre nelle mani di Tramezzani - è in crescita e si è staccato dal fondo. Con 24 punti i vallesani, di cui Degennaro resta consulente, è sesto a +12 dalla penultima.
«Al 20% sono ancora lì, sia per aspetti sportivi che immobiliari/commerciali. Domenica ero al Tourbillon per la prima del girone di ritorno e ho visto una squadra ben messa in campo. Con Paolo è così: quando ha la possibilità di lavorare con calma, i suoi messaggi e le sue idee tattiche si vedono. Ora dal mercato sono arrivate due pedine importanti come Berardi e Benito, e ne dovrebbe arrivare una terza. Sono diventati un gruppo solido che, quest'anno, spero si assesti nella parte alta della classifica».
Il presidente Constantin dove guarda? Più su, come al Lugano (quarto) o a chi sta dietro?
«No no, lui guarda più su. Anche da penultimo guarda sempre chi sta più in alto (ride, ndr). A maggior ragione ora».
Capitolo mercato. Da Cabral a Nsame, passando per Hefti ed Aebischer: di recente in Serie A sono sbarcati diversi elementi in arrivo dalla nostra Super League.
«Con l'operazione Cabral la Fiorentina ha fatto un grande colpo. È riuscita a monetizzare per Vlahovic, andando poi a investire su un 23enne di grande spessore come lui. Guardando le cifre in ballo (circa 75 incassati, 16 spesi, ndr) sono stati bravissimi. Noi Cabral poi lo conosciamo bene e sappiamo che giocatore è. Non è una boa o un "semplice" finalizzatore. Ha dei numeri importanti».
Nsame invece è passato in prestito al Venezia
«All'YB ha fatto molto bene, giocando però in una squadra dominante e che creava tanto. Lì farà sicuramente un po' più fatica e si devono salvare. Spero faccia bene. Quel che è certo è che la Super League si è impoverita con queste partenze».
È come se in Italia si fossero accorti dell'esistenza del campionato svizzero... spesso (frettolosamente) snobbato.
«Proprio così, certi discorsi al limite si potevano fare 15 o 20 anni fa. La frase "questo è debole perché giocava in Svizzera", non esiste. Non regge, tanto meno se si analizzano i dati di chi ci gioca. Sono dell'idea che la qualificazione della Nati di Yakin ai Mondiali e le buone prestazioni dei club nelle coppe europee gli abbia fatto aprire gli occhi. Si sono accorti di questo mercato meno caro rispetto ad altri... ma con giocatori di grande interesse».