«Abascal non ha curriculum, avrà parecchi santi in paradiso. L’esonero di Rahmen? Insensato»
Rahmen esonerato poche settimane dopo aver rinnovato il contratto. Arno Rossini: «È il Basilea, non una squadretta qualsiasi».
BASILEA - Un contratto rinnovato da poco, pochissimo, è stato stracciato. Il motivo? Per “l'insoddisfacente sviluppo sportivo della Prima squadra”. L’esonero di Patrick Rahmen a Basilea è stato qualcosa di estremamente sorprendente.
Tenuto conto del fatto che, dal momento della nuova firma a quello della cacciata, i renani hanno giocato appena quattro partite (vittorie con Lucerna e Losanna, pari con il Sion e sconfitta con l’YB, ndr), viene da chiedersi cosa mai possa essere successo. Cosa possa aver fatto cambiare idea al presidente David Degen. Perché, è ovvio, i risultati c'entrano fino a un certo punto.
«Credo che sulla questione abbia influito il mercato - ha spiegato Arno Rossini - da fine dicembre a questa settimana, la tempistica è perfetta. Ragazzi non valorizzati, acquisti o cessioni non graditi: quando ci sono di mezzo i soldi… Poi Philipp Degen, fratello di David, fa l’agente e ha i suoi giocatori, anche questo potrebbe aver contato».
Nulla che c’entri con il campo.
«No di sicuro, perché appunto niente di estremamente negativo è successo dal rinnovo a ora. Rahmen era già in bilico alla fine del 2021, ma in quel caso era stato salvato dai senatori dello spogliatoio, che erano e sono sempre stati dalla sua parte. Per questo la decisione di esonerarlo, con queste tempistiche, non ha senso».
Degen potrebbe aver pensato che, senza più obiettivi reali in stagione, tanto valeva cambiare subito senza attendere l’estate.
«Salvo terremoti, il Basilea non vincerà il titolo e neppure uscirà dalla top-3 della classifica. Però è ancora impegnato in Europa: con Rahmen in panchina, proseguendo il lavoro cominciato già durante lo scorso anno, avrebbe potuto levarsi belle soddisfazioni. La gestione di Degen non è fin qui stata troppo lineare. Ha compiuto scelte discutibili, autorizzato movimenti sorprendenti, fatto dichiarazioni evitabili… Ha insomma portato tanta confusione. E se già la dirigenza non è salda e non ha le idee chiare, in campo non può andare tutto bene».
Fino a giugno al Sankt Jakob comanderà Guillermo Abascal.
«Sono esterrefatto, davvero. A Chiasso ha fatto fatica, a Lugano ha cominciato con una salvezza subentrando a Tami ma ha chiuso con un Renzetti furioso in panchina, in Prima squadra ad Ascoli si è visto pochissimo, poi è andato in Grecia ed è durato una manciata di partite… Stiamo parlando del Basilea, non di una squadretta qualsiasi: davvero ora lo guida un mister che non ha curriculum? Immagino Abascal abbia parecchi santi in paradiso».
Forse, appunto, considerando erroneamente “andata” la stagione, Degen e soci hanno voluto evitare di spendere ancora e promosso chi già lavorava per loro.
«Fosse una società senza blasone né gloria, forse il discorso starebbe in piedi. Così proprio no. I grandi club non possono permettersi “pause”. Nemmeno di qualche mese».