«Bentancur porta i suoi giocatori all’ACB? Al tifoso interessano i bilanci, la competitività e le vittorie»
Arno Rossini: «L'unica vera pecca che trovo al Bellinzona è quella di non avere al momento una struttura societaria ben definita».
BELLINZONA - Sono arrivati Berardi, Tosetti, Chacón e molti altri. E così una squadra fatta la scorsa estate - partendo in ritardo - per competere in Promotion League si è velocemente trasformata in una che sembra in grado di poter dire la sua in Challenge League. Nelle ultime settimane, per quanto riguarda il mercato, a Bellinzona hanno lavorato tanto. Se hanno anche lavorato bene lo dirà tuttavia solo il campo.
«Nel calcio non si può mai dire - è intervenuto Arno Rossini - Da quel che si legge e si vede, l’ACB pare in ogni caso aver allestito un gruppo competitivo. Manca ancora qualcosa, ma le possibilità per fare bene ci sono tutte».
Cosa manca, nello specifico?
«Sul campo almeno un paio di pedine. Deve arrivare l’“ufficialità” dell’acquisto del portiere e quella di un centrocampista di grande esperienza, in grado di aumentare lo spessore della formazione che scenderà sul rettangolo verde».
Hai parlato di campo, c'è altro?
«L'unica vera pecca che trovo al Bellinzona è quella di non avere al momento una struttura societaria ben definita. Gli uomini giusti nei ruoli chiave. Serve anche quello per lavorare senza lasciare nulla al caso e per rappresentare al meglio la piazza. Poi sarebbe bello se in squadra riuscisse a trovare spazio anche qualche giovane ticinese».
Ci sono Berardi e Tosetti…
«Che sono bravissimi e... esperti. Con il loro ingaggio si è dato un bel segnale».
Uomo di peso nel club è Pablo Bentancur, che in granata ha portato molti dei giocatori da lui rappresentati.
«Sta facendo il suo lavoro. Sta provando a coniugare il bene della società con i suoi affari».
E questo non è un conflitto di interessi agli occhi del tifoso?
«Il tifoso vive di risultati, è inutile cercare altro. A chi tifa interessa che i conti del club siano a posto, che la squadra sia competitiva e che le vittorie non manchino».
Bentancur è stato accolto con diffidenza.
«È vero, ma ha dimostrato di saper mantenere le promesse. Ha preso la società in Promotion League e al primo colpo l’ha portata in Challenge League. Ora dubbi sul suo conto, in tribuna, non ne hanno più. Poi, diciamolo chiaro: a Bellinzona c'era grande fame di calcio dopo le vicissitudini degli ultimi anni, dopo il fallimento, la risalita e gli altri problemi avuti. E Bentancur, che ha fatto subito benissimo, l'ha un po' saziata. E, in più, almeno per quanto si può vedere in questi giorni, sta allestendo una squadra competitiva pure per il nuovo campionato. Che poi faccia anche i suoi interessi, finché i numeri della sono dalla sua parte, conta poco. Infine, permettetemi: nel calcio le verginelle non esistono. Di club che hanno dirigenti che guardano anche ai loro affari, che scelgono giocatori anche in base all’agente, è pieno».
“Squadra competitiva” cosa significa? Dove può arrivare l’ACB?
«Visti i nomi presenti in rosa, alcuni molto importanti per la categoria, penso che questo gruppo abbia la possibilità di chiudere in uno dei primi cinque posti della classifica. Ci sono avversari ben attrezzati, mi vengono in mente il Losanna, il Thun, l’Aarau, il Vaduz, giusto per fare qualche nome, ma i granata possono dire la loro. Se poi dovesse essere portato qualche altro colpo, allora sarei quasi deluso - da tifoso ovviamente - se non facessero bene».
Con un Bellinzona d’alta classifica il Comunale sarebbe sempre pieno…
«In città davvero quasi non si parla d'altro: dopo tanto tempo il Bellinzona è tornato sulla bocca di tutti. Ci sono grande passione e grande curiosità; se la squadra dovesse fare un bel campionato, non mi stupirei se per le partite interne ci fossero sempre almeno 3’000 spettatori. Bellinzona ama i granata».