Arno Rossini: «Pirlo ed Henry buoni per il primo allenamento, poi finirebbero con il farsi sopraffare dal gruppo»
Il Portogallo ha (forse) risolto un problema. Il Belgio non ancora.
LISBONA - Archiviati i Mondiali, un’ovvia ondata ha travolto le panchine delle nazionali. I selezionatori che hanno lavorato meglio sono riusciti a rimanere aggrappati alla loro, gli altri sono invece stati spazzati via, lasciando posti vacanti. Non per molto però: lentamente, ora che la mareggiata è finita, un nuovo ordine si sta stabilendo. Nuovi protagonisti (anche vecchi, a dire il vero) hanno infatti già ottenuto un ruolo nel quale recitare, una parte che può garantire loro successi e gloria. È questo il caso di Roberto Martinez che, “uscito” senza applausi dal Belgio, è pronto a predicare il suo credo in Portogallo.
«Quella fatta dalla federazione lusitana e dallo spagnolo è una scelta interessante - è intervenuto Arno Rossini - il matrimonio potrebbe funzionare».
Il 49enne ha lavorato con la generazione d’oro del Belgio. Non ha vinto nulla.
«Ma ha dato ai Diavoli Rossi un gioco e un’identità precisi. E li ha portati a comandare a lungo il ranking FIFA. Poi è vero, nelle grandi manifestazioni i risultati non sono arrivati, ma credo abbia comunque fatto un buon lavoro».
In Qatar De Bruyne e soci hanno deluso.
«La squadra non era più squadra, si vedeva chiaramente. E il piazzamento finale non è stato buono. Non è però guardando solo a quel mese che si può giudicare l’operato dell’allenatore. Penso che in Portogallo, dove i talenti non mancano, Martinez abbia la possibilità di lasciare il segno. Se tutto andrà per il verso giusto, se il gruppo - nel quale tanti giovani troveranno per forza di cose spazio - lo seguirà, il futuro potrebbe essere luminoso. I lusitani hanno la possibilità di presentarsi ai prossimi Europei tra i favoriti».
Giovani sì, ma non tutti: Martinez ha ammesso di voler ripartire da Ronaldo.
«Cristiano è un’istituzione. Alla prima uscita ufficiale il nuovo selezionatore non avrebbe potuto dire altro. Credo in ogni caso che la sua sia stata una bugia a fin di bene. Che si sia accorto che, mentre parlava, il naso gli si stesse allungando. Ronaldo è… scaduto. Magari farà ancora qualche partita, qualche amichevole, ma ho i miei dubbi che possa ancora far parte a lungo della selezione».
In Belgio stanno cercando un sostituto di Martinez. Si parla di Pirlo. Si parla di Henry.
«Candidati che, a parer mio, non hanno il profilo giusto per la posizione. Andrea ha davvero poca esperienza. Ha fatto un anno di Juve, ora è in Turchia (al Fatih Karagümrük, in Süper Lig): è inadatto a guidare una selezione che, consumata la generazione d’oro, deve un po’ rinnovarsi. Thierry… lo stesso».
Era il secondo di Martinez.
«E per questo ha probabilmente stretto rapporti molto forti con qualche senatore dello spogliatoio, che ora lo sta sponsorizzando con la federazione. Fare il vice non è però come fare il mister: sono due lavori completamente diversi. E non mi pare che Henry abbia alle spalle tanti anni da capoallenatore. È stato un anno al Monaco, un paio ai Montreal Impact… Lui e Andrea sarebbero buoni per il primo allenamento, poi finirebbero con il farsi sopraffare dal gruppo. Per quel posto serve un selezionatore esperto, capace di mascherare con le proprie qualità e capacità le pecche di una squadra che potrebbe attraversare anni di “transizione”».