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BELLINZONA«Una presa in giro costante: è un circo che deve finire»

18.04.23 - 13:38
Pallone in crisi profonda nella capitale. «Qui si parla di Storia. Chiedo rispetto», tuona l'ex dirigente Dario Zanetti.
Ti-Press
«Una presa in giro costante: è un circo che deve finire»
Pallone in crisi profonda nella capitale. «Qui si parla di Storia. Chiedo rispetto», tuona l'ex dirigente Dario Zanetti.
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BELLINZONA - «Questa gente sta distruggendo la storia granata. Meglio giocare in una categoria inferiore e vedere di nuovo il pubblico felice, piuttosto che una situazione del genere». Parole velenose quelle di Dario Zanetti, ex comandante di polizia e dirigente del Bellinzona calcio per diversi decenni. L'83enne ha vissuto anche momenti sportivamente difficili in passato. «Non ho mai assistito però a un circo del genere». 

La squadra, che dalla Challenge League puntava all'ascesa in Super League, è penultima. E la gente non va più allo stadio. 
«A me piange il cuore vedere il Comunale vuoto. È una tristezza tremenda. Però io i tifosi li capisco. Qui non si sta più parlando di sport. Si parla di Storia. Il Bellinzona è profondamente legato alla città. Vederlo gestire come un porto di mare allontanerebbe chiunque». 

Alcuni irriducibili si sono presentati anche domenica scorsa. Non tifando. 
«Meglio che stiano a casa. Sarebbe un segnale ancora più forte». 

Dove sta il problema?
«Ci sono dirigenti non all'altezza. Non parlo solo di Pablo Bentancur e di suo figlio. Bentancur vuole solo comandare. E la gente che gli sta attorno è debole. Non interviene mai per farlo smettere. Non gli fa capire che con questa mentalità si va a gambe all'aria».  

Bentancur voleva salire in A al primo colpo...
«Io dico solo una cosa. Un procuratore non può fare parte di una società. E piazzare lì i suoi giocatori. È un paradosso. Il pasticcio nasce a monte. Qualsiasi allenatore sarebbe incapace di gestire un gruppo del genere, a cui ogni settimana si aggiunge gente nuova. Una Babele in cui si parlano cento lingue diverse».

Ora si sta cercando l'ennesimo allenatore. 
«Bentancur lo nega. Ma tutti sanno che lui cerca allenatori che possano farsi dettare la formazione. È anche questo ad avere stufato la tifoseria. Questa era una delle piazze più calde della Svizzera. E ora è un frigorifero. Gelido».

C'è chi sostiene che senza Bentancur il Bellinzona non sarebbe mai tornato in Challenge League in tempi brevi. 
«E allora? Lo ripeto, sarebbe stato meglio ricostruire le cose a poco a poco, senza tutta questa fretta e senza queste pressioni enormi. Il Bellinzona calcio deve vivere. È meglio che Bentancur se ne vada. E con lui anche i suoi compagni di avventura. Perché ormai il giocattolo si è rotto». 

Non si può ricostruire?
«No. Si parla di progetto, ma non c'è pazienza. I suoi collaboratori stanno zitti o dicono che va tutto bene. È una presa in giro costante. Chiedo rispetto per la nostra città e per la storia dei colori granata».

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