Il boemo ex allenatore del Lugano: «Secondo me, alla fine la Juve verrà punita».
Sulla squadra del Crus: «Sono contento siano riusciti ad alzare il livello».
PESCARA - No, Zdenek Zeman non potrà mai fare l'unanimità. Divisivo, introverso, taciturno: nella sua lunghissima carriera l'ex allenatore del Lugano non ha mai smesso di seguire la propria idea di calcio, che da anni in tanti definiscono non più al passo coi tempi. Ma, contrariamente ai suoi colleghi, per lui è meglio vincere 5-4 che 1-0: d'altronde questa è la famosissima Zemanlandia.
Oggi allena nella "sua" Pescara - squadra a caccia della promozione in Serie B -, un gruppo rivitalizzato proprio dall'arrivo del boemo, con il quale abbiamo discusso di diversi temi. «Il Napoli? Ha dominato dall'inizio alla fine e penso che tutti siano d'accordo nel dire che è una vittoria meritata. Nessuno ha avuto la continuità e la qualità per poter competere con loro».
Cos'è mancato alla concorrenza?
«Le altre squadre non riescono a essere costanti neppure all'interno di una stessa partita. Il Napoli invece sì. Logico, dunque, che lo Scudetto sia andato ai partenopei».
Chi va in Champions?
«È una grande lotta, attenzione anche all'Atalanta...».
Chi, invece, andrà in finale di Champions? Milan o Inter?
«I derby sono sempre sfide a sé. Difficilissimo rispondere».
Che idea si è fatto dell'"affare Juve"? Perché secondo Lei sono stati restituiti i 15 punti?
«Purtroppo solo in Italia succedono queste cose, siamo abituati. Ora bisognerà attendere l'esito del processo e le decisioni della Federazione italiana e dell'Uefa».
Secondo Lei verrà sanzionata?
«La Juve ha diversi problemi su più livelli, fra i quali la manovra degli stipendi. Secondo me alla fine pagherà per quanto fatto».
E la Roma? Una stagione, la sua, costellata da alti e bassi...
«Come risultati sta meglio rispetto a quanto fa vedere sul campo».
È colpa, come sostiene Cassano, di Mourinho?
«Mourinho è seduto, è la squadra che non gioca un calcio attrattivo. Forse però l'allenatore non ha gli elementi giusti per l'impostazione che vuole dare alla sua squadra».
Fino a un paio di settimane fa la Lazio sorrideva...
«È un buon gruppo, ma purtroppo anche loro non sono riusciti a trovare la continuità necessaria per contrastare il Napoli. Però giocano un buon calcio».
Come si spiega che ben cinque squadre sulle dodici ancora impegnate nelle competizioni europee sono italiane?
«È strano. Non dimentichiamo che l'Italia è reduce da due mancate qualificazioni al Mondiale. Nonostante ciò, nell'anno in cui in Serie A si gioca il peggior calcio, Napoli a parte, ben cinque squadre sono riuscite ad arrivare in semifinale».
Come mai in Serie A si gioca un brutto calcio?
«Questo non lo so».
A 75 anni (venerdì 76) non è stanco di allenare?
«No, mi diverto ancora un sacco a fare calcio. Il mio cuore e la mia testa vogliono andare avanti perché la motivazione è sempre al massimo. Non so se arriverà il giorno in cui sarò stufo...».
Intanto, il Lugano è di nuovo in finale di Coppa Svizzera...
«So che segnano tanto ultimamente e sapete quanto mi piacciano le squadre che fanno tanti gol. Sono contento che siano riusciti ad alzare il livello. Croci-Torti? Non lo conosco».