L'ex stella vallesana Jean-Paul Brigger, oggi 65enne, ha parlato della retrocessione del Sion.
«I modi di fare di Balotelli sono stati dannosi per il club».
SION - Un disastro su tutta la linea. A Sion non ne hanno azzeccata mezza. Fra i cambi di allenatore - Tramezzani, Celestini, Bettoni e ancora Tramezzani - un mercato senza un filo logico nel quale spicca l'acquisto rivelatosi fallimentare di Mario Balotelli, il club ha raccolto (si fa per dire...) ciò che ha seminato. Un'incredibile retrocessione.
A parlare della drammatica situazione (sportiva) materializzatasi al Tourbillon è stata l'ex bandiera del club Jean-Paul Brigger, che nella sua carriera proprio con il Sion ha disputato 293 partite condite da 102 gol. «Fa male, e mi dispiace per quanto accaduto, ma la relegazione è meritata - le parole del 65enne espresse al Blick - Arrivi ultimo nonostante sei più forte del Winterthur. Vai allo spareggio e perdi entrambe le partite contro la terza classificata della Challenge League. Questo dice tutto. Sono stati commessi molti errori».
A Brigger, che con i vallesani ha vinto un titolo nel 1992 e quattro volte la Coppa Svizzera, è stato chiesto qual è stato l'errore più grande commesso dalla società: «La firma di Mario Balotelli. E non parlo delle sue prestazioni sportive, piuttosto dei suoi modi di fare che sono stati dannosi per l'immagine del club e un cattivo modello per tutti i ragazzi. Ai miei tempi ho giocato insieme agli ex campioni del mondo argentini Calderon e Clausen: che modelli che sono stati! Se li paragono a Balotelli, mi si rivolta lo stomaco...».
Ingoiato questo boccone amarissimo, quale futuro si devono attendere i tifosi? «Spero in un nuovo inizio. Bisognerebbe puntare sui giocatori della regione. I fans del Sion continueranno a popolare il Tourbillon anche in Challenge League, purché vedano una squadra lottare. I vallesani amano il calcio».