«Il Bayern Monaco non è abituato a inseguire e ha forse la pancia un po’ piena»
Arno Rossini: «In Germania il Bayern non sta facendo benissimo, ma la Champions è un’altra storia».
ROMA - Le danze si sono nuovamente aperte: con Copenhagen-City e Lipsia-Real, ieri è ritornata la Champions League. Ed è stato un ritorno da “vestito buono”: scattati gli ottavi di finale, ogni partita conta infatti tantissimo. Un errore e si va a casa.
Tra le squadre da seguire con maggior attenzione, soprattutto adesso che il traguardo è ancora lontano, c’è il Bayern Monaco, uno dei favoriti della vigilia che però sta correndo un po’ meno forte del previsto. Nella loro Bundesliga, i bavaresi non stanno dominando come al solito. Anzi. Sono reduci dalla dolorosissima sconfitta nello scontro diretto con il Bayer Leverkusen, uno 0-3 che li ha spediti a “-5” in classifica.
«Ma l’Europa è un’altra storia - ha raccontato Arno Rossini - il Bayern rimane una delle mie favorite. La società è solida, la rosa è praticamente composta da ventidue titolari… In Germania non sta facendo benissimo, è vero, nella competizione internazionale però, ne sono sicuro, non sbaglierà. La Lazio se lo trova davanti nel momento peggiore: sarà anche arrabbiato dopo la batosta contro il Bayer»
Perché, se ci sono qualità ed esperienza, in Bundesliga è attardato?
«Non è partito bene e ha perso qualche punto di troppo contro squadre non di alta classifica. E questo pesa. Credo, poi, che non sia in grado di “inseguire”. Di solito scappa per non essere più ripreso. Mentalmente cambia molto. Poi, insomma, ci sta che non affronti la competizione con la massima concentrazione. Ha forse la pancia un po’ piena. Mentre a Leverkusen…».
Stanno completando un piccolo capolavoro.
«Giocano, corrono, si battono. Spinti dall’entusiasmo si stanno superando. E per quel che si è visto finora, non credo rallenteranno. Per riprenderli a Monaco dovranno fare un piccolo miracolo».
Simbolo del Bayer è Granit Xhaka.
«Eletto a idolo da una piazza che crede nell’impresa. Dopo tanto Arsenal, il rossocrociato aveva bisogno di cambiare aria. È arrivato, si è ambientato subito e, caricato di responsabilità da Xabi Alonso, uno che qualche consiglio penso possa permettersi di darglielo, sta giocando il suo miglior calcio. Sta disputando una stagione incredibile e trascinando i compagni. Giocasse così in Nazionale, arriveremmo in semifinale all’Europeo».
Muoversi da protagonista in una squadra che sarà probabilmente costretta a spingere al massimo fino a maggio non lo spremerà?
«Dipende dall’esito della corsa. Con il Meisterschaft in bacheca, da idolo Granit diverrebbe addirittura un re. Gli Europei sono in Germania, sarebbe carichissimo e avrebbe gran parte del pubblico pronto a spingerlo. Per la Svizzera sarebbe un valore aggiunto, una grande fortuna».
Con il Bayern Monaco capace di completare la rimonta…
«Ecco, in quel caso, a giugno Xhaka sentirebbe tutta insieme la fatica fatta durante la stagione. La delusione sarebbe forte e si presenterebbe al raduno completamente scarico. Speriamo che questa eventualità non si verifichi».