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SENZA TRUCCO SENZA ING…ARNOParte d'Italia snobba la Svizzera

28.06.24 - 08:00
Arno Rossini: «Così fanno il male dell’Italia»
Imago
Parte d'Italia snobba la Svizzera
Arno Rossini: «Così fanno il male dell’Italia»
Per la stampa italiana, il risultato dell’ottavo di finale dell’Europeo è scontato.
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BERLINO - “Il tabellone ci sorride”, “Siamo dalla parte giusta”, “Sulla strada solo Inghilterra e Olanda”. Buona parte della stampa sportiva italiana sta presentando l’ottavo di finale dell’Europeo contro la Svizzera come fosse una passeggiata. Sta apparecchiando per un banchetto che da questa parte del confine non viene inteso come tale. Quella di scostarsi per far passare gli azzurri, in casa-Svizzera non sembra infatti - ovviamente - un’ipotesi con fondamenta solide. Murat Yakin e i suoi hanno in testa una sola idea: allungare il più possibile la loro gita in Germania.

«Ho visto, ho letto, sono rimasto sorpreso, ma non sono sicuro che sia il pensiero generale - è intervenuto Arno Rossini - Non credo, mi spiego, che tutti in Italia pensino di aver già passato il turno. Anzi, di questo sono certo. In questi giorni Spalletti e i suoi collaboratori saranno invece preoccupati».

Di una Nazionale che fin qui ha ben figurato?
«Tra gli addetti ai lavori l’avversario non si snobba, si rispetta. E questo rispetto non è casuale o scontato, ma figlio dello studio. In questo caso specifico, della prova brillante fornita contro l’Ungheria e di quella firmata contro la Germania padrona di casa, ammazzata fisicamente. Oltre che del gioco, gli azzurri terranno poi conto dei singoli elvetici. Puoi non considerare un avversario che schiera elementi come Sommer, Akanji e Xhaka, campioni rispettivamente in Italia, Inghilterra e Germania? C’è poi la conoscenza “personale” di chi scende in campo: lo squalificato Calafiori, per esempio, ha di sicuro fatto un bel report su Freuler, Ndoye e Aebischer, suoi compagni nell’ultimo Bologna. Purtroppo chi conta, ovvero quelli che preparano la partita e quelli che giocheranno a Berlino, non commetterà l’errore di sottovalutare la Svizzera. Dico purtroppo perché, altrimenti, i rossocrociati avrebbero davanti a loro un rivale un po’ meno complicato da affrontare».

Il problema è dunque tutto della stampa?
«Il racconto attorno all’evento è completamente sbagliato. Ma così facendo, chi parla di impegno semplice o guarda già ai quarti, fa il male della sua selezione. Dipingere una sfida come semplicissima è il primo passo verso i processi nel caso in cui, per l’Italia, il match di sabato non dovesse andare bene». 

La mancanza di rispetto che non hanno i giocatori è quindi propria di qualche redattore?
«Più che di mancanza di rispetto, io parlerei di ignoranza. Ne vedo tanta. Chi racconta di un’Italia che va a tutta e che ha davanti a sé la strada spianata, non ha probabilmente bene idea di quello che è il calcio internazionale. Di quello che, in questo caso, è la Svizzera. Il mio non è un discorso di parte, sia ben chiaro. Basterebbe dare un’occhiata ai risultati ottenuti negli anni dalla nostra selezione, alle continue partecipazioni a Europei e Mondiali e anche a quel ranking FIFA che non racconta tutta la verità ma che un’idea la dà, per capire che l’ottavo di finale non sarà una passeggiata. E in fondo questo penso: sarà una partita molto dura e tirata, nella quale forse si può indicare una favorita, ma di sicuro tra le due non c’è una squadra che non ha alcuna chance di vincere».

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