I medici cantonali continueranno a decidere in base alle quarantene, bye bye alla regolarità dei campionati.
«Il nostro obiettivo rimane quello di portare avanti la stagione 2020/2021 e di giocarla interamente».
BERNA - Protocollo. Chiedete agli appassionati di sport e vi confermeranno che è questo il termine del momento.
Già perché è proprio a causa di esso, ovvero alle regole da seguire in caso di positività nello spogliatoio, che le grandi leghe svizzere stanno avendo tanti problemi. Mentre in Europa un contagiato viene spedito in isolamento e il resto della squadra, nella sua bolla, continua a lavorare, alle nostre latitudini non ci sono certezze su quel che può accadere. Dipende dai contatti avuti dal giocatore in questione e… dal Medico cantonale di turno, che può autonomamente decidere di fermare tutti e quindi, di riflesso, confermare o annullare una partita.
In alto mare a causa dei tanti rinvii, la Sfl si è già esposta, domandando una normativa e delle scelte uniformi. L'Ufsp ha preso atto e tirato dritto per la sua strada. E l’hockey? Si è mosso sotto traccia ma, purtroppo, pare aver ottenuto gli stessi risultati dei colleghi pallonari.
«La National League e la Swiss League hanno proposto alle autorità competenti la possibilità di avere una regolamentazione uniforme per quanto concerne le quarantene - ci ha confermato Denis Vaucher, numero uno della Lega hockey - In particolare, l’importanza di avere una regolamentazione univoca della gestione delle quarantene è stata tematizzata e portata all’attenzione della Consigliera Federale, la Signora Viola Amherd alla tavola rotonda dello scorso 28 ottobre. Un approccio comune in questo ambito è stato dapprima concordato con la Swiss Football League: entrambe le leghe sono costantemente in contatto tra di loro».
Tanti sforzi hanno dato i frutti sperati? «Al momento, stando ai primi feed-back ricevuti da parte delle autorità, non sembra tuttavia esserci alcuna possibilità di ottenere una regolamentazione speciale e univoca in materia di quarantene. I medici cantonali continueranno pertanto a valutare ed esaminare individualmente e autonomamente ogni caso».
Così fosse, se le autorità non si decideranno a tendere una mano allo sport varando un protocollo ad hoc, allora per i vari campionati non ci sarebbe alcuna speranza. Fino al prossimo - e si spera veloce - rallentamento della pandemia ogni giornata sarebbe un terno al lotto. Che si tratti di hockey o di calcio, forse è dunque giunto il momento di attuare un piano B. Se questo è stato pensato. «La National League e la Swiss League rimangono in costante contatto con le autorità politiche - ha chiuso Vaucher - il nostro obiettivo rimane quello di portare avanti la stagione 2020/2021 e di giocarla interamente».