Raeto Raffainer ci ha parlato del suo Davos, del vuoto lasciato dalla Spengler e del lavoro di ds ai tempi del Covid.
«Da tantissimi anni il periodo natalizio era sinonimo di Spengler. È stato triste, ma inevitabile, fermare questa tradizione».
DAVOS - Dopo il periodo natalizio vissuto senza l’inimitabile magia della Spengler, con l’amato torneo che si è dovuto arrendere al Covid venendo cancellato per la quinta volta nella sua storia (dal 1923 a oggi), in casa Davos è rimasta un pizzico di tristezza. Il campionato è andato avanti a buon ritmo per mettere una pezza dopo i tanti rinvii dettati dalla pandemia, ma per gli appassionati è comunque mancato qualcosa.
«Quest’anno era giusto ed inevitabile gettare la spugna, ma sicuramente non giocare la Spengler ha lasciato un vuoto - interviene Reato Raffainer, ds del Davos - Da tantissimi anni la gente era abituata a vivere le festività all’insegna dell’hockey internazionale, è stato triste fermare questa tradizione. La speranza è di ritrovarsi tutti qui in sicurezza il prossimo anno».
Niente Spengler ma tanto campionato, con 5 impegni ravvicinati dal 27 dicembre. Il Davos, tra alti e bassi, è ancora in cerca di maggior continuità.
«Quando mancano diversi giocatori diventa dura per tutti. Non è facile trovare la giusta costanza. C’è stato un momento in cui avevamo fuori 4 difensori tra i nostri top-6. Normalmente, in questa situazione, un ds interviene e cerca di rimediare. A inizio campionato, con tutte le incognite legate al Covid, non era però possibile. Ci siamo parlati chiaro dicendoci che avremmo provato a dare il massimo con i mezzi a disposizione. L’abbiamo fatto e abbiamo preso anche dei buoni punti. È però evidente che quando vai a Zurigo, Zugo o Losanna in certe condizioni, diventa facile perdere...».
Il mercato, sin qui, è praticamente congelato dal Covid. Con questa situazione economica quanto è cambiato il lavoro di un ds?
«Moltissimo. Noi, a Davos, siamo anche in una condizione un po’ speciale con ben 17 giocatori in scadenza. Di solito non si inizierebbe una stagione in questa situazione potenzialmente “pericolosa”, con l’incertezza e il nervosismo che potrebbe crescere tra i giocatori. Sono professionisti ed è il loro lavoro. Vivono di questo. Normalmente si tratterebbero i rinnovi già in estate, ma quest’anno non c’era budget per poterlo fare. Si può dire che serve anche un po’ di fantasia per affrontare la situazione e cercare le migliori soluzioni per tutti».
Quali sono le varie possibilità?
«Da noi, parlando di cifre, l’idea (o l’obbligo, ndr) è di ridurre i costi di 1,2 milioni. Questo ovviamente cambia il mio lavoro e ci sono 3 possibilità. Si può andare da ogni singolo giocatore e pensare di ridimensionare i salari dei nuovi contratti, così da “guadagnare” questa cifra. Oppure si può parlare con chi ha già un contratto in essere e magari modificarlo, così da ridurre il budget. La terza possibilità è quella di puntare maggiormente sui giovani, che di norma sono a buon mercato. Noi abbiamo fatto un po’ un mix di queste tre opzioni».
Intanto di recente, nei Grigioni, è arrivato in prestito da Zugo Jesse Zgraggen. Per l’ex biancoblù può essere una buona occasione per ritrovare fiducia e minutaggio.
«Sì, abbiamo perso nuovamente Paschoud per infortunio e così ci serviva una soluzione per aiutare la squadra. Questa può essere una “win-win situation”. Lo scorso anno, a livello di infortuni, eravamo messi bene e così abbiamo aiutato altre squadre con dei prestiti. Penso a Meyer allo Zugo, Egli all’Ambrì o Kessler al Bienne. Loro avevano problemi e li abbiamo aiutati, quest’anno è il contrario. Per Zgraggen abbiamo trovato una buona soluzione, dando anche una bella opportunità al giocatore. Con noi potrà giocare tanti minuti e ricoprire un certo ruolo. Poi, quando lo Zugo ne avrà bisogno, lo ritroverà a un buon livello. Lo scorso anno, con Egli all’Ambrì, per noi era andata proprio così».
Tornando al campionato questa sera ospitate il Berna (il match è stato rinviato quando l'articolo era già online, ndr), reduce dal successo sui biancoblù ma ancora ultimo in classifica. Orsi affamati… Davos avvertito.
«C’è equilibrio e bisogna sempre fare attenzione, altrimenti è facile prendere tre sberle. Il Berna ci ha eliminati dalla Coppa, mentre in campionato abbiamo vinto noi due volte. Ora sono sul fondo, ma hanno giocato anche meno partite. Hanno avuto tante assenze tra Covid e quant’altro… quando hai fuori 8-10 giocatori è facile perdere contro chiunque. Se capita la serata storta… puoi prendere anche un 7-1 o 8-1 come niente...».