«Serge? Stiamo facendo delle valutazioni. Se parlo con qualcuno non significa aver concluso una trattativa».
Il ds del Lugano si è anche espresso in merito alla solidarietà dei giocatori nei confronti del club, i quali hanno rinunciato a una parte del loro salario: «È stato un bel gesto».
LUGANO - Dopo 31 partite di National League disputate, è tempo di bilanci per il Lugano. I bianconeri hanno finora conquistato 50 punti e occupano momentaneamente la quinta posizione in classifica, tre lunghezze in più di Ginevra (47) - sceso però sul ghiaccio quattro volte in meno - Davos (47), due partite in più, e Bienne (47).
La truppa di Pelletier è reduce da cinque successi consecutivi e domenica – in casa proprio contro i seelanders – cercherà di aumentare il vantaggio nei confronti dei diretti avversari. «La squadra sta disputando un buon campionato, nonostante sia stata frenata dalle due quarantene cui ha dovuto sottoporsi in questa stagione», ha analizzato il direttore sportivo Hnat Domenichelli. «Il gruppo è rimasto unito ed è stato in grado di superare ogni difficoltà. Sul ghiaccio i risultati si vedono».
Non si può di certo dire che sia un campionato regolare... «Non avrei mai pensato che - dall'inizio della stagione a Natale - avremmo disputato soltanto 18 partite, in genere sono almeno 35. Siamo nel pieno della regular season e c'è ancora tanto da giocare. Per questo motivo voglio una squadra tonica e concentrata sul presente, senza pensare troppo a cosa succederà in futuro».
Da quando Domenichelli ha iniziato il suo lavoro da ds a Lugano – nella stagione 2019/2020 – è successo un po' di tutto, fra pandemia, campionati fermi e mercato in fermento. Il 44enne si è subito dovuto confrontare con una situazione complessa. «Diciamo che le giornate non sono mai state vuote. Stiamo cercando, come tutti, di mettere sul ghiaccio la squadra più competitiva possibile con le condizioni che ci sono».
Nei giorni scorsi è circolata la voce di un contatto fra il ds bianconero e McSorley, con l'ipotesi che quest'utimo potrebbe approdare a Lugano. «Non nascondo di aver contattato McSorley durante il periodo natalizio, volevo capire se le sue intenzioni fossero di andare a Berna. La situazione con Serge e il suo staff è la stessa dello scorso anno, il contratto è annuale ed è inevitabile che ci siano dei colloqui. Attualmente stiamo facendo delle valutazioni e una decisione verrà presa alla fine della stagione. Da quando ho iniziato questo lavoro sono stato costantemente in contatto con giocatori, allenatori e agenti. Se parlo con qualcuno non significa aver concluso ogni volta una trattativa».
Intanto nella giornata di ieri i giocatori e lo staff tecnico hanno deciso di rinunciare a una quota importante della loro retribuzione salariale, per fronteggiare la crisi legata al Covid-19. «I giocatori hanno voluto aiutare la società in questo momento difficile ed è stato un bel gesto di solidarietà. Tutti i dipendenti hanno poi partecipato a questa iniziativa. C'è molta coesione all'interno del gruppo».
È stata anche recentemente presa la decisione di aumentare a sette il numero degli stranieri in pista – a partire dalla stagione 2022/2023 – e le licenze svizzere saranno valide solo per gli Under 22. Se non dovessero esserci ripensamenti, fra due anni la realtà sarà diversa. «In questo contesto cambia un po' tutto, dalla strategia al budget, passando per i giocatori in scadenza. Stiamo parlando di una situazione in cui l'hockey svizzero cambierà da un giorno all'altro. L'esempio più concreto è quello di Giovanni Morini, arrivato a Lugano a 14 anni e in Ticino da dieci. Se non dovesse diventare svizzero entro il 2022, dovrà con tutta probabilità giocare in qualità di straniero...».