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PECHINO 2022«Niente NHLers? Un peccato, ma l'interesse resta. In Canada si vive tanto per lo sport e questi eventi»

01.02.22 - 07:00
Le Olimpiadi sono ormai alle porte. Che torneo sarà senza le superstar della NHL? La parola a Larry Huras.
Freshfocus/archivio
«Niente NHLers? Un peccato, ma l'interesse resta. In Canada si vive tanto per lo sport e questi eventi»
Le Olimpiadi sono ormai alle porte. Che torneo sarà senza le superstar della NHL? La parola a Larry Huras.
L'emergenza Covid ha dato un “check” alle speranze degli appassionati e obbligato le selezioni a rivedere i propri piani. «Per squadre come Svizzera e Germania è una grossa chance per fare qualcosa di davvero speciale».
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SALT LAKE CITY - Doveva essere un'edizione assolutamente stellare, e invece la crescente preoccupazione per la situazione pandemica ha un po' cambiato le carte in tavola, portando a una decisione difficile ma per certi versi comprensibile. Era lo scorso 22 dicembre quando dal Nordamerica arrivava l'ufficialità di una notizia ormai nell'aria: alle Olimpiadi di Pechino non ci saranno i big della NHL.

Se nel 2018 era stata la Lega ad impedirne la presenza a Pyeongchang per non interrompere il campionato, questa volta si era trovata una soluzione, ma poi il Covid ha dato un autentico “cross-check” alle speranze degli appassionati.
«Inutile negarlo, è stato un brutto colpo per tutti... io stesso resto il primo tifoso di hockey su ghiaccio - interviene Larry Huras, 66enne ex allenatore di Ambrì e Lugano ancora profondamente legato al Ticino e alla Svizzera - Le Olimpiadi sono ogni 4 anni e qui in Nordamerica l'opinione è chiara: è l'occasione perfetta per vedere il meglio del meglio, insomma tutti i campioni con le proprie nazionali ad affrontarsi nello stesso torneo».

In Cina non sarà così, con le selezioni che hanno dovuto rivedere i propri piani e cercare nuove soluzioni.
«Per molti giocatori sarà una grande chance per vivere qualcosa di unico. Penso ad elementi che, normalmente, non avrebbero avuto spazio. Da questo punto di vista il Canada non avrà certo problemi, il bacino da cui scegliere è enorme».

Tastando il polso alla gente, oltreoceano inizia a cresce l'interesse verso i Giochi? Il "face-off" - per rimanere in gergo hockeistico - è ormai imminente...
«In Canada c'è sempre interesse. Si vive tanto per lo sport e per questi eventi. Nell'hockey tutti vorrebbero vedere un Crosby piuttosto che un altro giocatore, ma poi quando scende in pista il Canada si tifa per la maglia. Nelle altre discipline, come sci e curling, l'interesse è sempre rimasto intatto».

Anche la Svizzera di Patrick Fischer - esordio il 9 febbraio contro i russi - ha ovviamente dovuto cambiare qualcosa, non potendo contare su star come Josi, Hischier, Meier, eccetera. Un peccato, ma il roster resta validissimo e c'è chi ha perso di più...
«Sicuramente. Per squadre come Germania e Svizzera è una grossa chance per fare qualcosa di davvero speciale. Sono certo che Fischer lo dirà ai suoi. “Ok, ci mancano dei grandi giocatori, ma siamo forti e abbiamo una grande occasione”. Onestamente, in altre squadre peserà molto di più l'assenza degli NHLers. Auguro alla Svizzera di fare un bel torneo e togliersi tante soddisfazioni», conclude Larry Huras, che negli ultimi mesi (come vice) ha iniziato una collaborazione con l'Italia guidata da Greg Ireland e sta lavorando in vista dei Mondiali.

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