Patrick Bloch, CEO di Swiss Ice Hockey: «In tempi di crisi, lo sport ancora una volta ha dimostrato grande solidarietà»
Le persone giunte sul nostro territorio alloggiano presso il Talent-Campus Bodensee di Kreuzlingen
KREUZLINGEN - La guerra in corso sta scuotendo il mondo da ormai due settimane e anche l'hockey svizzero è costernato dai recenti fattacci.
Per aiutare la popolazione ucraina e fornire sostegno umanitario, Swiss Ice Hockey - in collaborazione con la Federazione ucraina di hockey su ghiaccio ed Eurobus, uno dei suoi partner - ha organizzato un viaggio in pullman che ha trasportato 50 persone nel nostro Paese. Si tratta di giocatori di hockey su ghiaccio ucraini emergenti che vanno dai 9 ai 17 anni, accompagnati da madri, sorelle e fratelli.
Arrivate giovedì sera su suolo elvetico, queste persone sono attualmente ospitate presso il Talent-Campus Bodensee di Kreuzlingen. «Essere stati in grado di dare una mano in una situazione del genere è molto gratificante», ha affermato uno degli autisti. «Bambini e adolescenti possono frequentare la scuola e i giovani giocatori avranno l'opportunità di allenarsi», ha invece dichiarato il direttore del Talent-Campus Bodensee André Salamin.
Un'operazione che ha reso felice anche Patrick Bloch, CEO di Swiss Ice Hockey. «Ringraziamo di cuore tutti coloro che in un modo o nell'altro hanno sostenuto questa operazione. Senza l'impegno e la flessibilità di Eurobus e dei suoi autisti, il supporto di Talent-Campus Bodensee e non da ultimo l'aiuto di molti volontari, un'impresa del genere non sarebbe stata possibile. In tempi di crisi, lo sport ancora una volta ha dimostrato grande solidarietà».