Ultimo scottante scorcio di stagione, Ngoy: «Se l'Ambrì non dovesse qualificarsi per i pre-playoff sarebbe una piccola delusione»
L'ex difensore dell'Ambrì Ngoy sul caso-Bykov, giocatore ancora fermo a zero gol: «Il suo ruolo è cambiato, ma...».
AMBRÌ/LUGANO - Il campionato viaggia ad altissima velocità e si sta avvicinando alla sua fase decisiva. Ogni errore, ogni disco perso, ogni penalità, ogni punto lasciato per strada, potrebbe rivelarsi decisivo. Guai dunque abbassare le guardia. Le due ticinesi? Reduci dal derby vinto dall'Ambrì alla Cornèr Arena, entrambe stanno cercando di agguantare la qualificazione ai pre-playoff.
Ce la faranno? Ne abbiamo parlato con l'ex difensore dei leventinesi Michaël Ngoy. «Le due sconfitte a inizio 2023 erano da mettere in preventivo in casa Ambrì. C'è stato un piccolo normale contraccolpo psicologico dopo tutte le emozioni di Davos: rituffarsi nel campionato, dopo aver giocato tante partite ad altissimo livello in pochi giorni, richiede quel clic che non sempre è evidente fare».
Con l'arrivo di Formenton l'Ambrì ha alzato il suo livello...
«Sono d'accordo. Prima la squadra dipendeva soprattutto da Pestoni, Spacek e Chalpik, adesso ce ne sono anche altri in grado di fare la differenza. Anche Zwerger - un giocatore che vive di emozioni - sta ritrovando le sensazioni migliori. Quando Dominic acquisisce fiducia e soprattutto si diverte sul ghiaccio, il suo rendimento automaticamente aumenta. Formenton invece è decisamente di un altro livello...».
La sensazione è che nel recente passato i leventinesi non abbiano mai avuto quattro linee così equilibrate e compatte. Sei d'accordo?
«Sì, sono d'accordo. Anche Bürgler sta disputando una stagione incredibile. Ma non dimentichiamoci Heim, la cui assenza è coincisa con un periodo molto difficile per la sua squadra. In generale vedo molto bene l'Ambrì: se non dovessero qualificarsi per i pre-playoff sarebbe una piccola delusione».
La concorrenza attorno al decimo posto è però agguerrita...
«È vero, la lotta è molto accesa. L'unica certezza è l'Ajoie, ormai tagliato fuori da ogni discorso e che ha una rosa non all'altezza della National League. Per il resto guardo spesso le partite del Losanna ed è una squadra in crisi nera: non hanno un gioco e c'è un ambiente molto negativo all'interno dello spogliatoio, non li vedo benissimo...».
Anche a Lugano le cose non stanno per nulla andando bene...
«Il problema a mio avviso sono i giocatori, che dovrebbero fare molto di più. So che in Ticino si parla molto di Arcobello e anch'io non mi capacito come un elemento con il suo curriculum – abituato in carriera a sfornare gol e assist a iosa – possa trovarsi così in difficoltà».
In tutto questo, quante colpe ha lo staff tecnico attuale?
«Gianinazzi non ha alcuna colpa. Quando sostituisci un allenatore molto spesso il danno è già stato fatto. Prendiamo il Losanna: ha cambiato guida tecnica ma le cose sono rimaste praticamente identiche. Il Lugano è in un tunnel buio dal quale sarà difficile uscire».
Ultima domanda su Andrei Bykov, incredibilmente ancora fermo a zero gol in questa stagione. Come te lo spieghi?
«Tutti ne parlano qui a Friborgo. In questa stagione la sua veste è cambiata, gioca poco ed è spesso 13esimo attaccante. Certo, il fatto che non abbia ancora segnato è chiaramente sorprendente, ma non è più il Bykov al quale eravamo abituati. Christian Dubé è contento di come stia interpretando il suo nuovo ruolo, ma allo stesso tempo è consapevole che un giovane che costa la metà potrebbe benissimo sostituirlo. La società ha detto al diretto interessato di guardarsi attorno, ma è chiaro che a Friborgo Bykov è un nome che pesa, non è facile mandarlo via così a cuor leggero. La sua priorità è però quella di restare».