Lucas Matewa - neo campione nazionale di Swiss League - è carico: «Vogliamo la promozione, l'anno prossimo ci riproveremo».
Il difensore del La Chaux-de-Fonds e il rapporto con il suo ex coach Luca Gianinazzi: «È molto empatico e con i giocatori parla tanto. Ero sicuro che sarebbe arrivato in alto».
LA CHAUX-DE-FONDS - Il La Chaux-de-Fonds è tornato sul tetto svizzero di Swiss League 23 anni dopo l'ultima volta, mancando la promozione nella massima serie per un soffio. I neocastellani nutrono di conseguenza grandi ambizioni in vista del futuro. Ricordiamo che la truppa di Louis Matte si era inchinata all'Ajoie 4-2 nella serie dello spareggio, ma dopo gara-2 vinceva 2-0. «Peccato non essere riusciti a vincere», sono state le parole del difensore 23enne del La Chaux-de-Fonds Lucas Matewa. «È mancato davvero poco e quello che fa più male è che eravamo consapevoli dei nostri mezzi. Abbiamo sicuramente peccato d'esperienza, ma abbiamo comunque dimostrato di essere al livello di una compagine di National League. Stiamo crescendo anno dopo anno con costanza, la nostra squadra ha il potenziale per riuscire a centrare la promozione e l'anno prossimo ci riproveremo».
Il La Chaux-de-Fonds ha una storia importante alle spalle se si pensa che ha vinto sei titoli nazionali di fila (dal 1968 al 1973). «È una città che vive di hockey, la passione fra la popolazione è grande e il club esiste dal 1919. Vogliamo riportare la squadra ai fasti di un tempo e regalare altre gioie ai nostri tifosi. Ci siamo resi conto di avere moltissime persone al seguito, anche dai paesi limitrofi. In occasione delle ultime dieci gare casalinghe c'è sempre stato il tutto esaurito e - per sostenere il club - anche il cinema della città ha trasmesso tutti gli incontri. È stata davvero una bella idea e adesso mi riconoscono anche quando vado a fare la spesa».
È terminata la prima stagione della storia con 14 squadre nella massima serie e sei stranieri per formazione, con diversi giovani svizzeri di talento che si sono dovuti adattare fra i cadetti. «Da un lato è più difficile ritagliarsi un posto in NL con tutti questi stranieri, ma dall'altro adoro le sfide per cui sarò obbligato ad alzare ulteriormente il mio livello. La presenza di tanti giovani talentuosi ha reso il campionato di SL più competitivo, anche perché questi ultimi devono mostrare le loro qualità per riuscire a strappare un contratto dalle migliori squadre rossocrociate di NL. Per quanto mi riguarda in quest'ottica è stato importante giocare fino allo spareggio».
Quest'anno il difensore 23enne ha messo a referto 12 punti in 45 incontri. Precedentemente il ragazzo, cresciuto nel settore giovanile del Losanna, aveva anche militato per tre campionati con la U20 Elit del Lugano in cui ha incrociato coach Luca Gianinazzi, dopodiché ha avuto il merito di esordire in prima squadra con i bianconeri (10 match, 1 punto). «A Lugano ho avuto la fortuna di conoscere la dura realtà del professionismo, anche se non è stato semplice né mentalmente né a livello del gioco, ma l'esperienza vissuta da giovanissimo mi ha permesso di diventare la persona che sono oggi. A La Chaux-de-Fonds ho ancora due anni di contratto e ho il tempo di crescere. Il mio obiettivo è di giocare con costanza in National League e sarebbe un sogno difendere un giorno i colori del mio Losanna, anche se non mi dispiacerebbe un ritorno a Lugano, in fondo mi sento un po' ticinese. Gianinazzi? Lo conosco benissimo, è stato il mio head-coach nella U20 e mi sono sempre trovato alla grande con lui. Ero sicuro che sarebbe arrivato in alto, ma non mi aspettavo così presto. È molto empatico, parla tanto con i giocatori e sono convinto che farà strada. Sono davvero contento per lui».