«Giù dal bus, coach Shedden correva sempre in bagno: gli abbiamo regalato un wc»
Seba Reuille: «Guanti con il disco appiccicato, corsi di pattinaggio e... Julian Walker che faceva il suo show»
LUGANO - Milletrentacinque match ufficiali in National League, tra regular season e playoff, sono un’enormità. Una vita intera dedicata all’hockey, contando poi pure gli anni trascorsi da direttore sportivo dei Rockets. Una vita fatta di emozioni, trionfi, cadute, gioie e dolori. E aneddoti. Come quelli di cui è piena la valigia di Sébastien Reuille. Una valigia che, ora che disco e ghiaccio li guarda da fuori, il 42enne ha aperto per noi.
«A Natale negli spogliatoi ci si scambiano doni - ha raccontato proprio Seba - a Lugano si faceva una sorta di pesca, a ognuno capitava il numero di un compagno e a questo, mantenendo l’anonimato, doveva fare un regalo».
Nulla di sorprendente, insomma.
«La tradizione era però quella di scegliere oggetti particolari. Anzi no, proprio brutti. Ma davvero. Fuori luogo. Alcuni per i quali il destinatario poteva anche arrabbiarsi. Vi faccio un esempio: io sono un po’ peloso e una volta ho ricevuto dei pattini ricoperti di peli. Fatico a ricordare dei “presenti” belli o importanti».
E questi chi li faceva?
«I giovani soprattutto. Tra i tanti “pensieri” passati, mi viene in mente un coltello, molto bello, con inciso il nome del giocatore in questione, o una bottiglia di champagne. Ma questi arrivavano appunto da ragazzi che non avevano ancora capito come funzionava. Tutti gli altri, invece, si impegnavano per giorni per trovare un oggetto, o costruirlo anche, che potesse mettere in imbarazzo il compagno. Ricordo, per esempio, bastoni tagliati e incollati al contrario per “dire” che uno non riusciva mai a tirare dritto. O ancora dei buoni per un corso di pattinaggio riservati a uno che sul ghiaccio non era proprio una scheggia. O ancora guanti da portiere con il disco appiccicato».
E il messaggio in quel caso era chiaro.
«Sì certo: uno che non riusciva mai a trattenere un disco…».
Altri doni particolari?
«Alla cerimonia, che a Lugano era sempre accompagnata dallo show di Julian Walker, che commentava ogni regalo, erano invitati anche i coach. In un’occasione abbiamo preso di mira Doug Shedden. Lui era uno che, quando andavamo in trasferta, una volta arrivati a destinazione scendeva veloce dal bus per correre in bagno. Una volta, dunque, gli abbiamo consegnato un bel pacco. Grande. Pesante. Cosa c’era dentro? Un wc».