Tante le reazioni dopo la vittoria del Ginevra colta ieri sera in Champions. L'ex Ambrì Berthon: «Sono momenti che si vivono una sola volta nella carriera»
Marc Gautschi: «Questo titolo è davvero fantastico»
GINEVRA - Grandi sorrisi, ma anche tante lacrime: martedì sera, sul ghiaccio delle Vernets, il volume delle emozioni si è alzato notevolmente. Dopo la vittoria per 3-2 contro gli svedesi dello Skelleftea, le Aquile hanno potuto festeggiare la prima Coppa europea della loro storia, bissando il titolo svizzero dello scorso mese di aprile.
Eliot Berthon, attaccante e marcatore dell'1-0.
«Quando ho visto mio padre è scattato qualcosa. Mi ha sempre sostenuto. Ho pensato molto anche a mia madre, a mio fratello, a mia sorella e ai miei nonni. Sono momenti che si vivono una sola volta nella carriera. Essere lì con la mia famiglia e mia moglie è indescrivibile. Quando ho pensato a tutto il lavoro che ho fatto e ai momenti davvero difficili che ho passato, mi sono venute le lacrime. Non immaginavo uno scenario in cui avrei aperto le marcature, ma questo ha dato una bella spinta alla squadra. A essere sincero, non me l'aspettavo. Sono orgoglioso e questo titolo appartiene anche a me».
Jan Cadieux, allenatore
«Quando vedo i risultati raggiunti dal gruppo nonostante i recenti momenti di difficoltà, la mia prima sensazione è di grande orgoglio. La squadra ha dato tutto fin dall'inizio della competizione, abbiamo sempre detto che facevamo sul serio. Il merito di questo titolo va ai giocatori. Perché ho tolto la medaglia dal collo? Non mi sono mai piaciute le collane o i ciondoli. Sono cose superficiali, a differenza dei momenti che trascorro ogni giorno con il mio staff e i miei giocatori. Quei momenti e i ricordi che creiamo insieme sono molto più importanti».
Noah Rod, capitano
«Francamente, non me ne frega niente di non aver giocato! Il mio obiettivo è ancora quello di vincere altri titoli con il Ginevra. Che sia sul ghiaccio, sugli spalti o riempiendo le borracce per i ragazzi. Questo trofeo è per la città e per i tifosi. Ho raggiunto il mio obiettivo, anche se non ho potuto giocare la partita a causa dell'infortunio. Come ho vissuto l'incontro? Quando sono entrato nello spogliatoio, ho visto che tutti erano sereni, tranquilli e fiduciosi. Sapevo che avremmo vinto. È stata la stessa sensazione della scorsa stagione contro il Bienne».
Daniel Winnik, attaccante e autore del gol del 3-1
«Questa vittoria significa molto per me, proprio come quella della National League della scorsa stagione, che è stato il primo trofeo della mia lunga carriera. A differenza del campionato, dove la possibilità di vincere è annuale, la Champions League è molto complicata da vincere. Quindi questo titolo è un traguardo per la mia carriera. Significa molto per me anche perché c'è il rischio che io debba lasciare il club a fine stagione».
Valtteri Filppula, attaccante
«La Champions League era uno degli obiettivi principali della nostra stagione. Il fatto che siamo riusciti ad arrivare fino in fondo mi rende davvero felice. Cosa significa per me questo titolo, avendo già vinto così tanto? Ogni volta che gioco in una competizione, l'obiettivo è vincere le partite e portare a casa i trofei. Quindi sono davvero felice di aver aggiunto questo trofeo nella mia personale bacheca».
Marc Gautschi, direttore sportivo
«Questo titolo è davvero fantastico. Ci siamo detti fin dall'inizio che volevamo vincere questa Champions League e ci siamo riusciti. Sono molto orgoglioso di questo gruppo e credo che questo trofeo darà alla squadra la carica per il resto della stagione. Inoltre, i giocatori non hanno più scuse per non giocare come in questa finale nelle prossime partite di campionato. Ma prima di queste, dovranno festeggiare fino a mercoledì (oggi, ndr)».