Pauli Schönwetter, bavarese Doc e ticinese d’adozione, ci ha parlato della Germania e ha detto la sua su Svizzera-Serbia
«Quella di Flick non è più una corazzata. La difesa a volte s’addormenta e davanti manca una punta. Chapeau a Füllkrug, ma...».
AL KHOR - Mai dare per morta la Germania. La vecchia regola, un grande classico dei Mondiali, non si è smentita nemmeno in Qatar, dove la Mannschaft si è trovata sull’orlo del baratro, a un nulla dall’eliminazione, salvo poi salvarsi con un colpo di reni. Attenzione: la squadra di Flick non ha ancora scacciato i fantasmi di una precoce quanto dolorosa eliminazione, ma intanto - grazie al lampo di Niclas Füllkrug che ha acciuffato la Spagna - si è rianimata e guadagnata un’altra chance. Questa sera i tedeschi dovranno piegare Costa Rica, mission tutt’altro che impossible, e sperare che a Doha - dove giocano le Furie Rosse e il Giappone - non si materializzi un “biscottone” dal sapore amaro visto il totale groviglio del gruppo E.
Sarebbe un disastro? Sicuramente, benché in Germania - tra le polemiche legate ai diritti umani “calpestati” e con la Federazione ai ferri corti con la FIFA - parte dell’opinione pubblica non vedeva con sfavore nemmeno il boicottaggio della kermesse. «Di sicuro è un Mondiale seguito un po’ meno rispetto al solito. Vuoi per il calendario, vuoi per altre ragioni – interviene Pauli Schönwetter, bavarese Doc e ticinese d’adozione – Biscotto? Non conosco un sinonimo in tedesco, non è più il mio forte... (ride, ndr). Certo ce ne sono di buonissimi e altri veramente sgradevoli...», aggiunge divertito. «Detto questo, la Germania dovrebbe farcela e “salvarsi”, per poi potersela giocare con tutti dagli ottavi. Altrimenti sì, sarebbe un disastro assoluto».
Favorito dal clamoroso harakiri col Giappone, ma non solo…
«È diventato un classico. È un problema che parte da più lontano. La Germania prende troppe reti per mancanza di velocità e reattività in fase difensiva. Ci sono grosse difficoltà nel leggere le situazioni. Il centrocampo invece non si discute. Ma coi nipponici, visti i gol, ci si pone delle domande. Dietro erano completamente assenti».
Intanto la Mannschaft è viva e vegeta, ma non è più una corazzata.
«Questo no. In Russia siamo andati a casa presto. All’ultimo Euro la stessa cosa. Non è più un caso. La difesa a volte s’addormenta - se guardate, anche il Bayern non ha praticamente più difensori tedeschi titolari -, e poi manca una punta centrale. Non esiste. Hanno dovuto gettare nella mischia Füllkrug. Ha già 29 anni. È un uomo “del popolo” che fino a un anno fa giocava in 2.a Bundesliga con il Werder Brema (poi promosso). È amatissimo e ha fatto anche bene - gli fa onore, chapeau -, ma stiamo pur sempre parlando della Germania. Davanti ci sono sempre stati grandissimi bomber».
Insomma c’è qualche scricchiolio.
«I problemi vanno ricercati nella formazione e lo ha detto anche Oliver Bierhoff; qualcosa andrà cambiato. Negli ultimi anni hanno sfornato davvero tanti bravi calciatori, ma con caratteristiche un po’ livellate. Hanno tolto estro e fantasia, con giocatori più simili a “macchine” e focalizzati sulla tattica. Tutti bravi, ma formati nello stesso modo, senza il coraggio di fare quella giocata in più. Anche con la Spagna, nel primo tempo, abbiamo sofferto tantissimo. Ora la Roja è proprio all’opposto: tutti danno del tu al pallone e rischiano la giocata. Sono fantastici. Allo stesso modo mi piace tanto la Francia e resto sempre molto legato al calcio francese. Hanno tanti assenti, ma sono impressionanti. Non a caso, spulciando le rose delle big d’Europa, si trovano giocatori francesi dappertutto».
Ultime battute sulla Svizzera. Contro la Serbia, nella notte della verità in match delicato e intriso di significati, avrà a disposizione 2 risultati su 3 (salvo clamorosi tonfi del Brasile).
«Conoscendo Murat Yakin non entrerà però in campo per pareggiare. Al di là degli episodi, la Svizzera non dovrà però commettere un errore. Ovvero quello di trasformare una partita in un caso politico. Ne ho parlato con Tami e so che cercheranno in tutti i modi di evitare questi problemi. Le emozioni non devono andare oltre. Sono pronti e sono fiducioso, sono convinto che la Svizzera abbia a disposizione tutte le “armi” per fare bene. Sin qui si è difesa ottimamente, resta il solito problemino davanti. Si attacca in pochi e non si porta tanta densità dentro l’area. Lasciando da soli Embolo o Seferovic, si diventa troppo prevedibili. E se giochi contro giganti come Marquinhos e Thiago Silva, c’è poco da fare…».