Armando Sadiku - attaccante del Cartagena, in campo domenica - ha toccato diversi temi: «Finale? Ho pochi dubbi, sarà Francia-Argentina»
L'ex punta del Lugano ha anche parlato del rapporto con la sua nazionale: «È un onore giocare per l'Albania, ma con l'ex ct Reja ho avuto dei problemi. Abbiamo discusso e non mi ha più preso in considerazione».
CARTAGENA - Sono diversi i calciatori costretti a guardare i Mondiali dal divano di casa, per la mancata qualificazione della propria nazionale a Qatar 2022: è il caso di Armando Sadiku.
L'attaccante 31enne non ha potuto partecipare alla rassegna iridata, dopo che l'Albania ha fallito l'accesso nel Gruppo I. Le Aquile non sono infatti andate oltre al terzo posto in classifica (18 punti), dietro a Inghilterra (26) e Polonia (20). «Siamo capitati in un girone di ferro, ma siamo motivati a riscattarci in vista del prossimo Europeo», sono state le parole di Sadiku. «Purtroppo non ho potuto aiutare come avrei voluto i miei compagni visto che con coach Edy Reja i rapporti non sono mai stati idilliaci. Per lui ero troppo individualista e non adatto al suo sistema di gioco. In seguito abbiamo avuto una discussione e da allora non mi ha più preso in considerazione. Adesso però la situazione è cambiata e da qualche settimana non è più il ct della nazionale. Al suo posto dovrebbe subentrare Luigi Di Biagio, un tecnico che stimo e che ho avuto modo di vedere all'opera quando era il coach della U21 italiana. Vedremo cosa succederà».
Ricordiamo che l'ex punta del Lugano ha siglato il primo storico gol di un giocatore albanese in una competizione internazionale in occasione di Euro 2016 in Francia, nel successo contro la Romania (1-0). «È stata una grandissima soddisfazione realizzare una rete così importante e regalare il primo successo a un Europeo alla mia Nazione. Per questo motivo vorrei provare a ripetermi anche nel futuro prossimo. È sempre un onore difendere i colori dell'Albania e sto lavorando duramente per convincere il prossimo allenatore a fare affidamento anche su di me».
La CdM in Qatar ha fermato tutti i massimi campionati di calcio per la prima volta nella storia nel mese di dicembre, ma non le Leghe inferiori. Sadiku – che milita nel Cartagena, formazione di Segunda Division spagnola – non ha di conseguenza sentito lo stop forzato. «È effettivamente un po' strano che i Mondiali siano in inverno, ma il nostro gruppo ne ha beneficiato. Trovo piacevole poter scendere in campo con la propria squadra e nello stesso tempo guardare le partite insieme ai compagni. Di solito in estate i campionati sono fermi e non succede mai di fare le due cose nello stesso momento, è divertente».
I “Los Albinegros” sono infatti reduci dallo 0-0 contro lo Sporting Gijon - nella sfida giocata domenica - e occupano la quinta posizione della graduatoria con 32 punti, quattro lunghezze di ritardo dalla capolista Eibar (36). «È un campionato molto equilibrato e competitivo, dove ci sono meno di dieci punti di distacco fra la prima e la 13esima della classifica. Sono diverse le squadre che ambiscono alla promozione nella Liga e non sarà semplice, anche perché ognuna è composta da giocatori di alto livello. In classifica siamo però messi bene e le sensazioni sono positive».
Come vedi le semifinali fra Croazia-Argentina e Marocco-Francia? «In un Mondiale le sorprese ci sono sempre e anche questa edizione non ha tradito le aspettative, ma personalmente ho pochi dubbi. La Croazia e il Marocco hanno dimostrato entrambi una solidità difensiva impressionante, ma sono convinto che all'ultimo atto si sfideranno Francia e Argentina. Queste due squadre sono piene di campioni e non possono fallire l'appuntamento con la storia».
E la Svizzera ha terminato la propria avventura incassando un pesantissimo 1-6 dal Portogallo... «Trovo che sia un risultato ingiusto e troppo severo. In questo genere di partite quando inizi a incassare troppi gol i giocatori vengono colpiti a livello mentale e inevitabilmente tendono a mollare. Erano psicologicamente distrutti dal risultato, sbagliavano anche i passaggi più semplici ma normalmente certi errori non li commettono. Il calcio è così, a volte si ride e a volte si piange».