Dal canto suo Fabio Quartararo riuscirà a fare il passo decisivo verso il primo titolo in carriera nella classe regina?
Tanti i motivi d'interesse in vista della gara di domenica.
dal nostro corrispondente Leonardo Villanova
ALCANIZ - Arriva Aragon, e la domanda che inevitabilmente ci si pone è: che Marc Marquez vedremo? Perché sulla pista dove due anni fa è stata persino posta una scultura in suo onore, con una formica, il suo simbolo, a rappresentarlo, Marquez gioca davvero nel suo cortile. E non tanto perché la sua Cervera non è troppo lontana, ma perché sulla pista che gira in senso antiorario, specialità della casa, Marc ci ha vinto sei volte, cinque delle quali in MotoGP, le ultime quattro (considerate le sue presenze, visto che nel 2020 non ha corso) consecutive, e spesso con distacchi (per gli altri) imbarazzanti.
Di sicuro il pilota della Honda, capace di imporsi in questa stagione nell’altro suo feudo del Sachsenring, si presenta sulla pista realizzata alla periferia di Alcañiz con il chiaro proposito di mettere tutti ancora una volta in riga. Lo faciliterà il fatto di non essere costretto a sollecitare oltremisura un braccio destro non ancora perfettamente a posto - tra i postumi dell’operazione all’omero e i guai insorti successivamente a muscoli e tendini della spalla – e soprattutto la consapevolezza di essere l’uomo da battere, malgrado questa non sia più la Honda con la quale fino a due anni fa poteva spesso permettersi di fare il buono e il cattivo tempo. Se riuscirà a sconfiggere i fantasmi che ultimamente gli agitano la mente, sarà pericolosissimo.
La seconda domanda che invece ci si pone, al di là della netta curiosità di vedere il debutto di Maverick Viñales sull’Aprilia fresca di podio, è se Joan Mir e la sua Suzuki, Johann Zarco e Francesco Bagnaia, spalleggiati da Jack Miller e dall’ormai non più sorpresa Jorge Martin con le loro Ducati, riusciranno finalmente a mettere in difficoltà un Fabio Quartararo che lo scorso anno nei due GP disputati al Motorland visse le giornate forse più complicate della stagione, con un 18° e un 8° posto che diedero il via a un finale di campionato da dimenticare. Con 65 punti di vantaggio su quel Mir a cui ambisce di strappare la corona iridata, grazie a cinque vittorie e otto podi complessivi, Quartararo sta veleggiando in tranquillità verso il primo titolo e in questo senso Aragon rappresenta forse l’ultima vera possibilità da parte dei suoi inseguitori per provare a metterlo in difficoltà.
Questa Ducati, nettamente migliorata nella fase di percorrenza di curva e con una bella quantità di cavalli da sprigionare, e ancor più Bagnaia, ancora a secco alla voce vittorie, non possono più permettersi di fallire l’obiettivo.