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FORMULA 1Zhou ride del botto: «La cosa peggiore? Il traffico per tornare a casa»

08.07.22 - 15:25
«Mentre la monoposto scivolava ribaltata, mi sono irrigidito»
keystone-sda.ch / STF (CHRISTIAN BRUNA)
Zhou ride del botto: «La cosa peggiore? Il traffico per tornare a casa»
«Mentre la monoposto scivolava ribaltata, mi sono irrigidito»
Incidente superato, Guanyou Zhou pronto alla pista.
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SPIELBERG - Silverstone è ormai alle spalle, dimenticato. I protagonisti della Formula 1 sono infatti già concentrati sulla prossima corsa, su quel Gran Premio d’Austria che li vedrà battagliare in questo weekend sul Red Bull Ring di Spielberg. 

E in Stiria, per una volta, negli appuntamenti “pre pista” il più atteso non è stato Charles Leclerc o Max Verstappen o Lewis Hamilton: microfoni e telecamere sono stati catalizzati da Guanyou Zhou. Reduce dallo spaventoso incidente britannico, il pilota cinese si è mostrato sorridente, rilassato, quasi divertito per l’improvvisa “botta di popolarità”.

«Quello dello scorso weekend è certamente stato il peggior incidente della mia carriera - ha raccontato il 23enne nativo di Shanghai - se c’è una cosa che cambierei, potessi farlo, è il punto in cui si è fermata la mia monoposto. Ci fosse stato più spazio avrei terminato la mia corsa in una posizione un po’ più comoda: essere intrappolati in quel modo, a testa in giù, non è stato piacevole e, ve lo posso assicurare, è l’aspetto che mi ha spaventato maggiormente».

Ma come ha vissuto, Zhou, quegli interminabili istanti dell’incidente?
«Tutto è iniziato con un colpo molto forte. Quando mi sono ribaltato ho tolto immediatamente le mani dal volante perché sapevo che ci sarebbe stato un impatto e non volevo farmi male a una mano o a un polso. Poi, visto che nella sua scivolata la monoposto non stava rallentando, mi sono irrigidito pensando al sicuro botto. E mi sono rannicchiato avvicinando gambe e braccia al busto. Una volta che la scivolata è finita, non avevo poi idea di dove fossi. Ho sentito del liquido sulle gambe e per un attimo ho pensato che fosse il mio sangue. Immediatamente, però, la mia attenzione è stata catturata dal motore che era ancora in funzione. Quindi l’ho subito spento perché avevo paura che si potesse sviluppare un incendio. Mi sono slacciato le cinture, ho spinto con le gambe riuscendo a muovermi e ho alzato il pollice verso i commissari. Che mi hanno poi aiutato. Mia madre, mio padre e mia sorella erano tutti presenti a Silverstone: mi dispiace averli spaventati così tanto. Comunque non ho avuto problemi seri ma solo qualche livido. La cosa peggiore, la sera, è stata sbagliare strada. Per tornare a Londra mi sono trovato bloccato in un ingorgo in autostrada. È stato strano: sono passato da un incidente ad alta velocità all'essere bloccato in coda».

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