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IL SORPASSO... A DUE RUOTEDalle stalle alle stelle: la favola di Alex Rins

20.04.23 - 21:15
Lo spagnolo, quando sembrava ormai definitivamente appiedato, ha trovato una moto proprio in extremis, la Honda LCR di Lucio Cecchinello.
Imago
Dalle stalle alle stelle: la favola di Alex Rins
Lo spagnolo, quando sembrava ormai definitivamente appiedato, ha trovato una moto proprio in extremis, la Honda LCR di Lucio Cecchinello.
Alex Rins è l'uomo del momento.
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AUSTIN - Quando lo scorso anno alla fine dei test di Jerez, Shinichi Sahara, allora responsabile del progetto MotoGP, gli comunicò che a fine stagione la Suzuki si sarebbe ritirata, Alex Rins scoppiò a piangere. La squadra con la quale aveva debuttato, e poi vinto, in classe regina, lasciava le corse in un modo a tutt’oggi ancora incomprensibile, e Alex vide spezzarsi il sogno di vincere il titolo con Hamamatsu. Forse persino di vincerlo con chiunque altro, perché in quel momento tutte le selle più importanti per il 2023 erano ormai già occupate e a quel punto ci si sarebbe dovuti accontentare di quel che restava: una moto satellite in Ducati, Aprilia o con quella Honda che però spaventava tutti.

Il 2022 è stato una stagione di emozioni forti per Rins, tagliato fuori definitivamente dalla lotta per il titolo da quella staccata insensata al via del GP di Catalunya da parte di quel Takaaki Nakagami che oggi divide con lui il box del team LCR. Ma poi la risurrezione nel finale, con due splendide vittorie nelle ultime tre gare, su quella Phillip Island che è pista da cuori forti e poi nel gran finale (e, per la Suzuki, addio) di Valencia.

Con una Honda che nel 2022 non aveva vinto una gara e che per il team ufficiale gli aveva preferito il compagno Joan Mir, a Rins non è rimasto che fare una cosa: rimboccarsi le maniche e lavorare duro, come ha sempre fatto, per sfruttare al meglio il suo grandissimo talento. Trovare poi nel team di Lucio Cecchinello un’altra squadra-famiglia come era stato in Suzuki, gli ha poi permesso di tirare fuori il meglio del pacchetto a sua disposizione, nonostante la proverbiale cocciutaggine dei vertici della HRC, per i quali esiste solo il team interno.

Per creare una bella storia, però, bisogna poi che gli astri si allineino, e per Rins e la LCR tutto questo ha un luogo e una data: 16 aprile 2023 sulla pista del Circuit of the Americas. La pista dove Alex aveva già vinto in Moto3, poi Moto2 e quindi anche in MotoGP, in quel giorno del 2019 in cui il "Governatore del Texas" Marc Marquez (assente anche questa volta) si era steso e Valentino Rossi non era riuscito negli ultimi due giri a reggere al ritorno veemente della Suzuki. Ma riuscirci anche oggi, contro questa Ducati straripante e, per di più, in sella a una Honda ancora lontana dalla competitività di un tempo? E invece, su una pista infingarda dove spesso le gare sembrano più una competizione di cross per le infinite buche, Rins ha dimostrato che il pilota può ancora fare la differenza: il secondo posto in qualifica e poi nella Sprint erano stati un avvertimento, poi è arrivata la gara. Francesco Bagnaia per una curva è tornato il Bagnaia antico che si sdraiava senza motivo e Rins, che lo tallonava come un cane che vede l’osso succulento a pochi centimetri dalle sue fauci, ne ha approfittato. Ridando la vittoria a Cecchinello a cinque anni dall’ultima volta (Argentina 2018) per quello che è stato anche il 100° podio del team italiano e, soprattutto facendo tirare un sospiro di sollievo ai vertici della Honda. Dai quali, ahimè, sarà però difficile che Alex e Lucio ottengano poco più di un inchino di ringraziamento.

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COMMENTI
 

Granzio 1 anno fa su tio
Redazione sveglia !! La gara era domenica scorsa ! Tempistica sbagliata 😂😂😂

Anti ch 1 anno fa su tio
Adesso cosa🤣🤣🤣🤣🤣
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