Il re di Imola è lo sfortunato Michael Schumacher
Prima di Senna e dopo Senna, il 1994 ha segnato Imola.
IMOLA - Per la maggior parte dei piloti che domenica (sempre che non si opti per un rinvio, visto lo stato d'emergenza in cui "vive" l'Emilia Romagna) saranno al via del Gran Premio del made in Italy, Imola è soltanto una data: primo maggio 1994.
Un giorno simbolico che separa la Formula 1 in due ere. Prima e dopo Ayrton Senna. Il grande vuoto che ha riempito Imola dal 2006 al 2020, dall’ultimo Gran Premio di San Marino al primo della nuova era dell’Autodromo dedicato a Enzo e Dino Ferrari, ha cancellato la memoria. L’unico sopravvissuto di quell’epoca è Fernando Alonso che nel 2005 vinse anche la gara con la Renault. La pista di Imola, il piccolo Nürburgring, come era soprannominato, è una pista ricca di storia. Una storia che quest’anno festeggia i 70 anni dalla prima gara: nel 1953 il Gran Premio Città di Imola, valido per il campionato italiano di motociclismo. Una storia cominciata con le due ruote e 60 mila spettatori in tribuna e sulle colline. Un anno dopo la prima gara importante di auto, la Conchiglia d’Oro Shell vinta da Umberto Maglioli su Ferrari 500 Mondial davanti alla Maserati di Luigi Musso.
La Formula 1 vi debuttò nell’aprile 1963 con una gara non valida per Mondiale e vinta da Jim Clark su Lotus 25. Il primo nome nell’albo d’oro racconta la grandezza di una pista che con il passare degli anni è cambiata pur dovendo fare i conti con un territorio (e un fiume, il Santerno) che non hanno permesso stravolgimenti come lo spostamento verso l’esterno di quel maledetto muro del Tamburello. Imola significa la grande passione di una zona che ha in questa pista il fronte orientale della Motor Valley, là dove nascono i sogni firmati Ferrari, Lamborghini, Pagani, Ducati, Maserati, Dallara. Una passione che esplode sulle colline della Tosa e della Rivazza, i veri luoghi di culto per i tifosi ferraristi che nel weekend del Gran Premio le colorano di rosso. E guarda caso, il re di Imola, è Michael Schumacher che vi ha vinto sette volte, una con la Benetton in quel maledetto GP del 1994 e le altre con la Ferrari. Senza scordare le sette pole di fila, una dietro l’altra, di Ayrton Senna dal 1985 al 1991 (più l’ottava in quel maledetto 1994).
Chance che vinca la Ferrari domenica? Ne ha forse di più Fernando Alonso verrebbe da dire. Si aspetta il miracolo che difficilmente potrà avverarsi anche se la Ferrari porterà in pista qualche novità e la Mercedes stravolgerà la sua monoposto. La Formula 1 di oggi è un monologo Red Bull e oggi c’è solo una domanda che rischia di accompagnarci fino alla fine del Mondiale: riuscirà a vincere tutte le gare completando un’impresa storica? A Imola dove spesso gli incubi hanno scalzato i sogni, la prima risposta.