Prigione d’oro da 25’000’000 l’anno
Abbattuto, dolorante, triste, zoppicante, fratturato.
ASSEN - Dolorante, triste, abbattuto, spaesato, fratturato, sfiduciato. Arreso. Sono tanti gli aggettivi per descrivere il Marc Marquez visto nel fine settimana del Sachsenring. Per raccontare la nemesi del pilota che sui saliscendi della pista dell’ex Germania Est ha sempre fatto un boccone dei propri avversari, e che, invece, questa volta è stato fagocitato dalla propria moto.
Cinque cadute in un weekend l’iberico non le aveva mai fatte; si era fermato una volta a quattro a Barcellona e la quinta, per scherzo, era arrivata nel momento di salire sul podio dell’ennesima gara vinta. Un inciampo da gatto quale lui era a uso e consumo delle telecamere. Questa volta, invece, la gara della domenica Marc non l’ha neppure cominciata, dopo avere alzato bandiera bianca poco dopo l’ennesima, bruttissima, caduta all’inizio del warm-up. Che al di là di una piccola frattura al pollice della mano destra, per Marquez ha rappresentato soprattutto il colpo del k.o., quello che, anche se non definitivamente per terra, lascia il pugile completamente senza fiato e privo di forza nelle gambe.
Non si era mai visto un Marc così sfiduciato e perso, lui che ha sempre fatto del carattere e del non mollare mai i mantra di un’avventura che anche oggi, a tre anni dalla frattura all’omero, ogni volta che scende in pista lo vede correre con il coltello tra i denti. Ma questa Honda che progressivamente sta mettendo fuori uso tutti i suoi piloti – Joan Mir salterà anche il GP di Assen per l’infortunio alla mano, così come Alex Rins, che si spera ritorni ad agosto a Silverstone dopo la frattura di tibia e perone destri, mentre Takaaki Nakagami ha a sua volta la mano destra non al meglio – alla fine è riuscita ad avere la meglio anche sullo spagnolo che, prigioniero di un contratto faraonico (si parla di 25 milioni l’anno), sa che almeno fino alla fine del prossimo anno sarà costretto a vivere in una prigione dorata.
In preda all’affanno e alla confusione, anche se all’apparenza l’indole giapponese fa sembrare tutto calmo, gli ingegneri HRC stanno provando a ribaltare la situazione. Come d’altronde si è visto nel test che Stefan Bradl ha effettuato in questi giorni a Misano, dove ha girato con una moto rivoluzionata soprattutto all’anteriore, il vero punto debole della RC213V. Ma quella ripartenza che in inverno era stata data per acclarata continua a essere rimandata. Tra voci piuttosto insensate di un futuro disimpegno della casa di Tokyo, forse davvero servirebbe che in Honda puntassero su qualche alto profilo europeo per provare a uscire dalla crisi.
Intanto, smentendo chi si immaginava un suo nuovo forfait, Marquez ha annunciato che correrà ad Assen. Per raccogliere dati per la nuova moto, dice. Abbattuto, ferito, zoppicante, il vecchio leone prova a ruggire di nuovo. Per quanto potrà farlo?