Il Tribunale federale ha confermato la sentenza emessa pochi mesi fa dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, che dava ragione a una 62enne zurighese
LOSANNA - Non vi sono basi legali sufficientemente chiare e dettagliate che permettano di sorvegliare i beneficiari di una rendita AI. Il Tribunale federale (TF) lo rileva per la prima volta in una sentenza pubblicata oggi.
Pochi mesi fa la Corte europea dei diritti dell'uomo (CEDU) aveva dato ragione ad una zurighese di 62 anni posta sotto sorveglianza dalla sua assicurazione contro gli infortuni. I giudici di Strasburgo avevano ritenuto la sorveglianza subita dalla donna contraria al rispetto della vita privata e famigliare.
Anche se l'assicurata era stata "spiata" esclusivamente nei luoghi pubblici - aveva rilevato la Corte - gli investigatori l'avevano sorvegliata in modo sistematico e dunque contrario alla Convenzione dei diritti umani.
In riferimento a questa decisione, il TF rileva che la legislazione elvetica è priva di sufficienti basi legali sia per quel che riguarda l'assicurazione contro gli infortuni che per l'assicurazione invalidità (AI).
Il caso esaminato dalla Corte interessa un beneficiario di una rendita AI che era stato sorvegliato per quattro giorni sull'arco di due settimane, per una durata da cinque a nove ore al giorno. Sulla base dei risultati della sorveglianza era stata ordinata una nuova perizia psichiatrica, sfociata nella revoca della rendita.
Anche se la base legale per la sorveglianza era insufficiente, nel caso in esame la soppressione della rendita AI è giustificata, secondo i giudici federali. L'interesse pubblico a poter utilizzare i mezzi di prova riuniti prevale sull'interesse privato della persona in causa, tanto più che il beneficiario della rendita AI è stato sorvegliato esclusivamente nei luoghi pubblici.
Motivata da dubbi concreti, la sorveglianza è inoltre stata limitata nella sua durata: la persona in causa ha subito di conseguenza secondo la Corte federale una violazione relativamente moderata del suo diritto al rispetto della vita privata. Nel suo caso, l'interesse pubblico ad impedire gli abusi nelle assicurazioni prevale.
La decisione della Corte di Strasburgo potrebbe sfociare nell'adozione di nuove norme legali in materia. Un'iniziativa parlamentare volta a regolamentare la sorveglianza di assicurati da parte di detective privati potrebbe essere adottata dalle Camere federali già quest'anno.