Swisscom intende fornire entro fine 2019 la nuova tecnologia al 90% della popolazione. «Le novità spaventano, ma l'espansione è frenata da false informazioni»
BERNA - Malgrado le opposizioni politiche e sociali, Swisscom sta proseguendo, pur con qualche intoppo, la messa a punto della propria rete 5G. Secondo il CEO Urs Schaeppi, oltre cento antenne sono state installate in 58 località elvetiche.
Il leader svizzero del settore delle telecomunicazioni intende fornire entro la fine dell'anno questa nuova tecnologia al 90% della popolazione. «Siamo sulla buona strada, ma, a causa delle moratorie annunciate, abbiamo difficoltà nel trovare una collocazione per le antenne», ha detto il manager in un'intervista diffusa oggi dal domenicale NZZ am Sonntag.
La costruzione di nuove antenne o la conversione di quelle già esistenti sta subendo ritardi, ha precisato Schaeppi. Questi ha condannato i sabotaggi, come quello di qualche giorno fa a Denens (VD), dove un'esplosione seguita da un incendio ha provocato gravi danni. «Si tratta di casi isolati che però prendiamo molto sul serio: sono inaccettabili», ha dichiarato al settimanale il numero uno di Swisscom.
Schaeppi ha aggiunto di capire che la tecnologia di comunicazione mobile 5G, come tutte le novità, possa infondere paura. A suo avviso però, l'espansione della rete è frenata da false informazioni. Sulle radiazioni «esistono migliaia di studi e nessuno riporta una prova scientifica a dimostrazione della nocività, entro i valori consentiti, della radiotelefonia mobile», ha fatto notare.
Stando al CEO di Swisscom, gli svizzeri adotteranno molto in fretta il 5G: «Prevedo che entro cinque anni circa l'80% dei cittadini abbia uno smartphone con questa tecnologia». Per Schaeppi, la forte concorrenzialità del mercato non farà sì che la novità aumenti i guadagni degli operatori.
La Commissione federale delle comunicazioni (ComCom) ha attribuito in febbraio a Swisscom, Salt e Sunrise le licenze per utilizzare le frequenze 5G. Il ricavato totale dell'asta è stato di 379,3 milioni di franchi. Le opposizioni sono state molte, in ragione dei presunti rischi per la salute che le antenne comporterebbero. Diversi cantoni hanno fatto resistenza decretando moratorie, in attesa delle conclusioni sul tema da parte di un gruppo di lavoro che agisce sotto la guida dell'Ufficio federale dell'ambiente (UFAM).