Le misure a Liebefeld sono state incrementate. Sui social network la popolazione non si risparmia
I più presi di mira? Alain Berset e le personalità che settimanalmente compaiono nei point de presse sul coronavirus.
BERNA - Insulti e minacce sui social network prendono di mira proprio tutti. Lo sanno bene all'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), tanto che nel mese di dicembre sono state rafforzate le misure di sicurezza. Uno dei tanti messaggi postati su Twitter, a seguito di una comunicazione sui vaccini anti Covid-19, richiama la volontà di far saltare in aria tutto, riprendendo le parole del brano "Dynamit" di Mani Matters: «Es länge für das Spränge es paar Säck Dynamit».
È la polizia cantonale ad avere aumentato la sicurezza a Liebefeld, sede dell'UFSP, dando seguito a un'ordinanza federale. Anche per entrare nello stabile è necessario passare da un'entrata che può essere aperta solo tramite badge.
Lo scorso anno l'Ufficio federale di Polizia (fedpol) ha registrato più di 1'000 segnalazioni di insulti e minacce, la maggior parte legate direttamente al coronavirus. C'è una cosa che sembra chiara: la frustrazione della popolazione ha raggiunto alti livelli con la pandemia. E le decisioni prese dalle autorità vengono sempre più spesso aspramente criticate.
I più colpiti da insulti e minacce sono le personalità più esposte, come conferma la portavoce di fedpol, Cathy Maret, a 20 Minuten. Il consigliere federale Alain Berset e i componenti dell'UFSP che settimanalmente si mostrano al pubblico nei consueti point de presse. Ma i messaggi indirizzati a loro e ad altri non possono essere presi alla leggera, ed è così che si è deciso di aumentare le misure di sicurezza messe in atto dalla polizia cantonale di Berna.
La Cancelleria federale non entra nel dettaglio delle misure di sicurezza. «Che io sappia - commenta dal canto suo l'esperto in sicurezza Jacques Baud - i consiglieri federali dispongono di una protezione personale permanente, in maniera però molto discreta. Probabilmente è l'aspetto che è stato rafforzato in questo momento».
Ma valutare quanto le minacce degli "arrabbiati per il coronavirus" siano reali non è per niente facile. «In Svizzera non esiste una "tradizione" di violenza e attacchi a politici e funzionari - aggiunge Baud -. Ma è anche vero che la situazione legata al Covid-19 è diventata molto, troppo, "emotiva"». E conclude: «È innegabile che ci sia un aumento della violenza, anche nei Paesi vicini. Non è dunque possibile escludere che consiglieri federali e membri dell'UFSP possano essere colpiti personalmente».