In un'intervista, Parmelin e Keller-Sutter respingono le recenti affermazioni dell'UDC
Il presidente della Confederazione ritiene inoltre che il paese stia facendo progressi sul fronte delle vaccinazioni: «Questo aiuta la gente e l'economia»
BERNA - Il presidente della Confederazione Guy Parmelin e la consigliera federale Karin Keller-Sutter respingono l'accusa lanciata dall'UDC, che nell'ambito della lotta alla pandemia ha parlato dell'instaurazione di una dittatura guidata dal ministro della sanità Alain Berset.
«Il popolo ha l'ultima parola in Svizzera», ha affermato Parmelin in un'intervista rilasciata insieme alla collega di esecutivo ai giornalisti del gruppo CH Media. «La forza della Svizzera sta nelle sue istituzioni», gli ha fatto eco Keller-Sutter.
Se si parla male delle istituzioni e le si destabilizza, si minaccia il sistema elvetico, ha aggiunto Parmelin. Questo «è pericoloso». Il ministro dell'economia ritiene anche che il paese stia facendo progressi sul fronte delle vaccinazioni. «L'immunità sta aumentando e questo aiuta la gente e l'economia». A suo avviso la Confederazione e i cantoni fanno tutto il possibile per garantire sostegno economico, con strumenti come le indennità per lavoro ridotto e i versamenti per i cosiddetti casi di rigore.
Sul tema della dittatura si è espressa anche la copresidente del partito socialista Mattea Meyer, secondo la quale l'UDC con tali affermazioni sta dando agli oppositori delle restrizioni una scusa per abbracciare la violenza. «È una seria minaccia alla nostra democrazia», afferma la consigliera nazionale zurighese un'intervista alle testate Tamedia. Contro una vera dittatura la resistenza violenta è infatti autorizzata e necessaria.
Per Meyer il paragone è indegno per i milioni di persone che vivono realmente in una dittatura. A suo avviso comunque la questione del ruolo dell'UDC deve essere affrontata più tardi: la cosa più importante al momento è superare la crisi come società. «Non possiamo farlo divisi, ma solo insieme».
La 33enne critica anche i cantoni - come il Ticino - che avevano lasciato aperte le terrazze dei ristoranti nelle stazioni sciistiche nonostante il divieto del Consiglio federale, dicendosi sorpresa che i governi cantonali eletti non rispettino le norme federali. «Coloro che ignorano i divieti silurano le misure prese per migliorare la situazione sanitaria», ha detto.