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BERNAIniziativa per i ghiacciai, Berna adotta il controprogetto

11.08.21 - 14:16
Il Consiglio federale è a favore della politica climatica e intende arrivare ad emissioni zero entro il 2050.
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Iniziativa per i ghiacciai, Berna adotta il controprogetto
Il Consiglio federale è a favore della politica climatica e intende arrivare ad emissioni zero entro il 2050.
Tuttavia ritiene che l'iniziativa su alcuni punti si spinga un po' troppo oltre.

BERNA - Un saldo netto pari a zero delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2050, senza però vietare di principio i combustibili fossili. Sono questi in estrema sintesi i contenuti del controprogetto diretto all'iniziativa popolare "Per un clima sano (Iniziativa per i ghiacciai)", adottato oggi dal Consiglio federale ed elaborato tenendo conto del recente "no" popolare alla revisione della legge sul CO2 dello scorso giugno.

Quella del giugno scorso non è stata una bocciatura della protezione del clima, ma un rifiuto di quella legge, ha affermato in conferenza stampa a Berna la "ministra" dell'ambiente Simonetta Sommaruga, ribadendo la necessità di agire, e non solo perché obbligati a farlo in risposta ai promotori dell'iniziativa.

Il Consiglio federale persegue gli stessi obiettivi di quest'ultima, e ha stabilito l'obiettivo del saldo nullo di emissioni entro il 2050 nell'estate 2019, e lo ha rafforzato nel gennaio 2021 con l'adozione della Strategia climatica a lungo termine, ha ricordato la consigliera federale.

Il governo ritiene però che su alcuni aspetti l'iniziativa si spinga troppo lontano. Oltre alla sostenibilità sociale, nel suo progetto l'esecutivo intende pertanto considerare la situazione particolare delle regioni discoste e di montagna, meno ben servite dai trasporti pubblici rispetto alle aree urbane, ha sottolineato Sommaruga.

In un nuovo articolo costituzionale, il controprogetto stabilisce inoltre che la sicurezza nazionale non può essere compromessa: per gli interventi di protezione e di salvataggio, esercito, polizia e servizi di intervento devono poter fare ricorso, in caso di necessità, ai carburanti fossili. Deroghe devono essere possibili se le tecnologie alternative non sono sostenibili dal punto di vista economico e sociale o se sono disponibili solo in misura insufficiente.

Il Consiglio federale intende pure lasciare aperta la possibilità di compensare in Svizzera o all'estero con serbatoi di CO2 le emissioni di gas a effetto serra ancora presenti nel 2050. Questo poiché il potenziale di stoccaggio permanente del CO2 in Svizzera è limitato da condizioni quadro tecniche, economiche, ecologiche e sociali. La ricerca dovrà inoltre fare in modo che vengano garantite la necessaria innovazione ed evoluzione tecnologica.

La "ministra" dell'ambiente ha sottolineato la necessità per tutti di agire in favore della protezione del clima e ricordato l'impegno preso in questo senso da diverse aziende e Cantoni, come i Grigioni. Sommaruga ha poi elencato gli interventi per la ristrutturazione energetica degli edifici, la crescita delle energie rinnovabili, eccetera.

Interpellata da una giornalista in merito al rapporto sul clima pubblicato pochi giorni fa dal Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, Sommaruga lo ha definito «inquietante», ma ha rilevato che la Svizzera dispone già di una legge sul CO2 in vigore. La prossima tappa sarà visibile con il nuovo progetto di legge in preparazione, ha aggiunto. È importante partire da «una base comune», ha aggiunto. «La protezione del clima non vuole essere una punizione», ma una possibilità di vivere rispettandolo, ha rilevato.

L'iniziativa - L'iniziativa, depositata il 27 novembre 2019 dall'Associazione svizzera per la protezione del clima, chiede che a partire dal 2050 la Svizzera non emetta più gas serra di quanto i serbatoi naturali e tecnici di CO2 ne possano assorbire. Contemporaneamente non dovrà in linea di principio più essere possibile immettere sul mercato combustibili e carburanti di origine fossile. Deroghe sarebbero possibili per le applicazioni per le quali non esistono alternative tecniche.

Il testo è sostenuto da organizzazioni ambientaliste, Chiese e ricercatori, nonché da esponenti di tutti gli schieramenti politici, compreso quello borghese. L'iniziativa vuole sensibilizzare la politica sugli obiettivi dell'Accordo di Parigi, che devono essere iscritti nella Costituzione.

Reagendo a quanto proposto oggi dal Consiglio federale, i promotori ritengono che l'eliminazione progressiva dei combustibili fossili sia più urgente che mai. Questa soluzione ha senso dal punto di vista economico, poiché un approvvigionamento energetico prevalentemente nazionale crea valore aggiunto e posti di lavoro in Svizzera, affermano.

Sinistra amareggiata - PS, Verdi e Greenpeace sono delusi dal rifiuto dell'iniziativa per i ghiacciai e dal controprogetto diretto governativo presentato oggi, giudicato «insufficiente». Sinistra e difensori dell'ambiente reclamano misure concrete per limitare le emissioni di gas serra in Svizzera.

«Il Consiglio federale riconosce l'urgenza climatica, ma non va oltre», si lamentano i Verdi. L'obiettivo costituzionale del saldo nullo relativo alle emissioni entro il 2050, previsto dal controprogetto, «si applica già» dallo scorso gennaio. Perplessità anche in casa socialista, dove si definisce deplorevole il no all'iniziativa da parte del Consiglio federale e insufficiente il controprogetto, che non contempla un divieto di principio per i combustibili fossili.

Dal canto suo, Greenpeace non esita a parlare di occasione persa. L'esecutivo non ha fatto altro che cercare di attenuare le preoccupazioni dell'iniziativa, commenta l'organizzazione ambientalista, secondo cui il «tempo delle dichiarazioni d'intenti è ormai finito» e che si chiede «quanti altri campanelli d'allarme servano al governo prima di proporre misure concrete ed efficaci».

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