L'Ufsp ricorda che potenziali effetti collaterali esistono «per ogni farmaco».
Quindi invita la popolazione a farsi vaccinare ricordandone l'importanza per contrastare le forme gravi del virus.
BERNA - Le miocarditi sono quattro volte più frequenti a seguito di un'infezione da coronavirus che dopo la vaccinazione. È quanto emerge da uno studio israeliano pubblicato oggi sul proprio sito dall'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), il quale ricorda che gli effetti collaterali dell'iniezione sono solitamente lievi e temporanei.
«I vaccini autorizzati restano molto efficaci contro le forme gravi di Covid-19», scrive l'UFSP nel suo ultimo bollettino settimanale, reiterando l'invito a farsi vaccinare. I potenziali effetti collaterali non devono quindi spaventare, anche perché esistono «per ogni farmaco».
In casi molto rari, nei 14 giorni dopo il vaccino si sono osservate delle miocarditi, ovvero un'infiammazione del muscolo cardiaco che provoca ad esempio palpitazioni e dolori al torace. Si tratta comunque per la maggior parte di forme «lievi e che possono essere curate bene», assicura l'UFSP nel documento.
Per rafforzare la propria tesi, l'ufficio federale cita una recente ricerca condotta in Israele sul preparato di Pfizer/BioNTech. Essa rivela che «2,7 persone vaccinate su 100'000 hanno sviluppato una miocardite». Il numero di persone colpite da questo problema sale a 11 su 100'000 fra gli individui contagiati dal Covid. Gli scienziati sottolineano poi che pure altri problemi di salute si manifestano molto più spesso dopo un'infezione che dopo il vaccino.
La conclusione è quindi che «per tutte le fasce d'età i vaccini a mRNA offrono una solida protezione, sia contro i decorsi gravi della malattia sia contro conseguenze a lungo termine».