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SVIZZERAEnergia, ecco da dove prendiamo quella che consumiamo

05.09.22 - 11:04
Una grossa fetta proviene da energie rinnovabili. Poco, invece, dal nucleare
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Energia, ecco da dove prendiamo quella che consumiamo
Una grossa fetta proviene da energie rinnovabili. Poco, invece, dal nucleare
Scarso, infine, l'uso di elettricità prodotta da rifiuti e fonti energetiche fossili

BERNA - Siamo un popolo energivoro. Quasi tutto ciò che ci circonda ha fame di elettricità e con i tempi che corrono ci si fa in conti in tasca. O, almeno, è quanto ha provato a fare l'Uffico federale dell'energia analizzando la provenienza dell'elettricità consumata dagli svizzeri nel 2021. Ciò che ne è emerso, almeno da un punto di vista ecologico, è decisamente rassicurante.

I dati dello scorso hanno concernenti i mix elettrici distribuiti in Svizzera dai fornitori di elettricità che sono stati pubblicati oggi nel cockpit «Etichettatura elettricità» sul sito www.etichettatura-elettricita.ch, mostrano che nel 2021 l'energia elettrica consumata in Svizzera (mix distribuito dai fornitori sulla base dell'etichettatura dell’elettricità) proveniva per il 80 per cento circa (2020: 76%) da fonti rinnovabili. Più esattamente: il 68 per cento proveniva dalle grandi centrali idroelettriche e l'11 per cento circa da fotovoltaico, eolico, piccole centrali idroelettriche e biomassa. Appena il 19 per cento veniva invece prodotto dal nucleare e uno scarso due per cento da rifiuti e fonti energetiche fossili.

Niente più «elettricità grigia» grazie all'etichettatura dell'elettricità 
Dal 2018, per l'etichettatura dell'elettricità vige l'obbligo di dichiarare integralmente la provenienza della stessa. Ciò significa che, dall'anno di fornitura 2021, non è più consentita la cosiddetta «elettricità grigia», ovvero l'energia elettrica di origine sconosciuta. Poiché nella maggior parte degli Stati limitrofi non è previsto il rilascio di garanzie di origine per l'energia elettrica prodotta dalle centrali elettriche convenzionali, la Svizzera ha introdotto la cosiddetta garanzia sostitutiva. L'energia elettrica prodotta all'estero a partire dal carbone viene dichiarata come tale e non deve più essere indicata come «elettricità grigia». La percentuale di elettricità prodotta dal carbone, importata tramite tali garanzie sostitutive, è costantemente inferiore all'1 per cento.

La produzione di energia non coincide con la distribuzione 
In Svizzera circa il 61,5 per cento dell'elettricità è prodotto a partire dalla forza idrica, il 28,9 per cento dall'energia nucleare, l'1,9 per cento dai vettori fossili e quasi il 7,7 per cento dalle nuove energie rinnovabili (=mix di produzione svizzero 2021). Tuttavia, ai consumatori finali non è fornita solamente energia elettrica prodotta in Svizzera: il nostro Paese intrattiene infatti intensi scambi commerciali con l'estero, esportando e importando energia e, a prescindere da questo, le garanzie di origine vengono trasferite tra i Paesi che partecipano al commercio. Per questo motivo, il mix di produzione svizzero non coincide con la composizione media dell'elettricità fornita.

Per ottenere una maggiore trasparenza riguardo al mix distribuito da ciascun fornitore, permettendo così ai consumatori di scegliere consapevolmente un determinato prodotto, dal 2005 le aziende elettriche svizzere sono tenute per legge a dichiarare la provenienza e la composizione dell'energia che forniscono. La loro dichiarazione è retroattiva, nel senso che si basa sui dati dell'anno civile precedente. Dal 2006 questi dati devono essere resi noti a tutti i consumatori attraverso le bollette e dal 2013 vengono anche pubblicati sulla piattaforma internet www.etichettatura-elettricita.ch.

Alcuni dati:

    • Il 68 per cento dell'elettricità fornita nel 2021 proveniva da grandi centrali idroelettriche e piccole centrali idroelettriche non beneficiarie di misure di promozione (poco più dell'anno precedente, 2020: 66%). Il 76 per cento dell'energia idroelettrica (2020: 76%).
    • Il 18,5 per cento (2020: 19,9%) dell'elettricità proveniva da centrali nucleari. La percentuale è inferiore a quella dell'energia nucleare nel mix di produzione svizzero (28,9%). Come l'anno precedente, l'energia atomica fornita è stata prodotta prevalentemente in Svizzera.
    • A partire da gennaio 2018 vige l'obbligo di dichiarazione di vettori energetici non omologabili, ad eccezione dei contratti di fornitura pluriennali stipulati prima del 1° novembre 2017 (per questi ultimi si applicava un periodo di transizione fino all'anno di fornitura 2020). Per la prima volta, quindi, nel mix distribuito dai fornitori nel 2021 non figura più energia elettrica proveniente da vettori energetici non omologabili.
    • La percentuale dei nuovi vettori energetici rinnovabili (energia solare, eolica, biomassa e piccole centrali idroelettriche) è continuata ad aumentare ed è passata dal 10,3 (2020) all'11,5 per cento nel 2021. Circa il 79 per cento di questa quota è stato prodotto in Svizzera e approssimativamente i tre quinti hanno beneficiato del sistema di rimunerazione per l'immissione di elettricità (RIC).
    • Solo una piccola parte dell'elettricità fornita nel 2021 proveniva da vettori energici fossili (1,87%, 2020: 1,8%).
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COMMENTI
 

Sarà 2 anni fa su tio
Chi controlla come viene prodotta l'energia elettrica importata, o meglio chi verifica l'etichettatura pubblicata dai fornitori? etichettatura-elettricità.ch Per l'energia solare ci sarebbe ancora molto spazio, bisognerebbe però rivedere alcuni vincoli ambientali e paesaggistici, anche in funzione dei progressi delle tecnologie che consentono un inserimento meno invasivo anche nei nuclei. Lugano, città dell'energia, è tra i comuni più ottusi in questo senso.

Sarà 2 anni fa su tio
www.elettricita.ch/?p=3451 Stando ai dati pubblicati dall’Amministrazione federale delle dogane (AFD), i proventi delle esportazioni di energia elettrica si sono attestati a 1 547 milioni di franchi (4,07 ct./kWh). Per le importazioni, gli esborsi sono stati pari a 1 254 milioni di franchi (3,82 ct./kWh). Nel 2020 la bilancia commerciale con l’estero ha quindi registrato un bilancio positivo, pari a 293 milioni di franchi (2019: saldo positivo di 399 milioni di franchi) [Fonte: AFD/swissimpex; stato: 1.4.2021].

vulpus 2 anni fa su tio
Il problema sembrerebbe essere i contratti che siglano tra i vari produttori e vengono sottoscritti in anticipo. Per cui a parte il prezzo devi ,sopratutto, dare l'energia quando hanno necessità. Non dimentichiamo che se consumassimo quanto prodotto in CH ne avremmo a sufficenza. La questione nucleare, purtroppo viene ancora citata ... con appena il 19 %. In Svizzera abbiamo 4 centrali nucleari che in pratica forniscono un quinto del fabbisogno.Per cui se ne mettiamo in funzione 2 supplementari con la tecnologia odierna arriveremmo tranquillamente a sfiorare il 50% delle nostre necessità , che completate dall'idrico il mercato sarebbe servito.Purtroppo una politi ottusa e pregiudizievole , continua a voler bloccare questa fonte , e preferisce far produrre nucleare dagli altri e acquistarla : sembra veramente che la questione Russia-energia non abbia insegnato nulla!

Meiroslnaschebiancarlengua 2 anni fa su tio
Esportiamo più energia elettrica di quella che importiamo (1480 GWh nel 2020, ultimi dati disponibili sul sito de UFS) e il costo di produzione della maggior parte dell'energia è <10ct/kWh (idroelettrica e nucleare. Malgrado ciò le nostre autorità non riescono a controllare i prezzi. Mi sembra che ci sia qualcosa che non funziona nel mondo del treading di quest'energia strategica per ogni nazione. Non bisogna parlare di penuria d'energia, ma di speculazione incontrollata.
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