Credit Suisse è solo l'ultimo caso di aziende (anche emblematiche) scomparse dal panorama svizzero delle imprese negli ultimi decenni.
BERNA - La sparizione programmata di Credit Suisse entro l'anno segna la fine di un'era, ma in precedenza altre marche emblematiche hanno lasciato un vuoto nel panorama elvetico delle imprese.
Swissair
Il 2 ottobre 2001 gli aerei della compagnia di bandiera Swissair rimangono a terra, lasciando a piedi 39'000 passeggeri, poiché la società non è più in grado di onorare le fatture. Dopo una perdita di 1,8 miliardi nel 2000, che ha divorato le riserve, il gruppo, fortemente indebitato, necessita di un aiuto d'urgenza. Nonostante il sostegno del Consiglio federale, la compagnia non si rimetterà mai e rinascerà sotto una nuova denominazione: Swiss International Airlines ("Swiss"), dal 2005 di proprietà del gruppo tedesco Lufthansa.
Banche
L'attuale acquisizione della seconda banca del Paese ricorda la fusione di oltre 25 anni fa tra Unione di banche svizzere (UBS) e Società di banca svizzera (SBS), dalla quale è nata l'attuale UBS. La transazione si iscriveva all'epoca in un contesto di consolidamento del settore finanziario. La fusione del 1998 venne motivata con la necessità di raggiungere una dimensione sufficiente per competere a livello internazionale, oltre che la complementarietà dei due istituti. Nel primo anno vennero soppressi 7000 posti su un totale di 55'000.
Nel 1993 era stata invece Credit Suisse a inghiottire la Banca popolare svizzera (BPS). Il numero quattro elvetico aveva già subito pesanti perdite agli inizi degli anni 1980 per operazioni in valute.
Commercio al dettaglio
Nel 2003 la catena di negozi Au Bon Marché (ABM) sparisce dal paesaggio della grande distribuzione in Svizzera. Dopo aver avuto, nei tempi d'oro, circa 2400 dipendenti a una cinquantina di succursali, gli ultimi due negozi di Berna-Köniz e Berna-Bethleem chiudono i battenti.
Il marchio di prêt-à-porter elvetico Charles Vögele contava nell'anno 2000 oltre 7000 dipendenti per un fatturato di oltre un miliardo di franchi. A partire dal 2009, la società fondata nel 1955 comincia a entrare in perdita e cede parte delle attività. Il gruppo viene acquistato dalla concorrente italiana OVS nel 2016, ma i negozi finiranno col chiudere nel 2018.
L'arrivo della francese Decathlon in Svizzera segna invece la fine della catena Athleticum. I suoi 23 negozi vengono trasformati in succursali Decathlon nel 2018. La transazione non ha però conseguenze sul personale.
Di recenti anche Jelmoli ha annunciato la sua sparizione, con la chiusura degli ultimi punti in agenda per il 2024. In totale verranno persi 850 posti di lavoro.
Chimica
Nel 2008, lo specialista basilese di additivi Ciba passa nelle mani della tedesca BASF per 6,1 miliardi di franchi. Nata nel 1997 dal raggruppamento delle attività delle specialità chimiche dell'ex Ciba-Geigy - che dal canto suo è andata a integrarsi con Sandoz per formare Novartis - Ciba vedrà i posti di lavoro tagliati di 2500.