Un trasporto via AlpTransit che è peraltro sussidiato dalla Confederazione. Bruno Storni: «Follia»
BERNA - Ben presto circa 47'000 tonnellate di rifiuti all'anno partiranno da Roma in direzione di Amsterdam, passando in treno via AlpTransit.
Accadrà sulla base di un accordo tra la Capitale romana e un'azienda d'incenerimento olandese, riporta l'emittente romanda RTS. Qualcosa di «folle» secondo il Consigliere nazionale e specialista dei trasporti Bruno Storni, in particolare per due motivi.
Un trasporto finanziato dagli svizzeri
Da un lato, perché il trasferimento è indirettamente sovvenzionato dai contribuenti svizzeri.
Oltre all'enorme costo di base investito dal nostro Paese nell'infrastruttura, infatti, il trasporto merci (dai camion su strada ai binari) è ancora finanziato dalla Confederazione per un importo di 70 milioni di franchi all'anno. Sarà così fino al 2030. I rifiuti domestici italiani beneficiano quindi indirettamente di questi sussidi.
Non c'è spazio per i passeggeri?
D'altra parte, Storni lamenta che quest'espansione incontrollata del traffico delle merci stia impedendo al traffico passeggeri di svilupparsi, qualcosa di necessario in particolare nel nostro Cantone.
Il problema dei treni sovraffollati è noto da tempo, e per questo nel 2018 Storni aveva chiesto una maggiore frequenza di treni Tilo tra Locarno e Lugano (uno ogni 15 minuti). Allora gli era stato risposto che ciò non fosse fattibile a causa del «limite di capacità della galleria di base del Ceneri». Per informazione, Spiega Storni, «per il traffico merci sono riservate (anche se non utilizzate) 260 tracce al giorno nella Galleria di Base del Gottardo, suddivise in 170 tracce via Galleria di base del Ceneri e 90 via Luino». Non c'è quindi spazio per altri Tilo.
Con il passare del tempo, «grazie a treni più lunghi (740 metri) e più alti (4,2 metri) verrà triplicata la capacità di transito disponibile al Gottardo». Per questo l'ingegnere ha presentato un postulato al Consiglio federale per ripensare la strategia e fermare questo «masochismo».