Respinta un'azione legale di un ex dirigente
BERNA - Dopo lo scandalo AutoPostale, relativo a sovvenzioni ingiustamente percepite, la Posta aveva diritto di bloccare il versamento di bonus ai dirigenti licenziati della sua filiale. Lo ha stabilito il Tribunale regionale di Berna-Mittelland, respingendo un'azione legale di un ex dirigente dell'azienda.
L'uomo può ricorrere al Tribunale cantonale e a quello federale contro la sentenza, resa nota oggi dalla SRF e in possesso anche dell'agenzia Keystone-ATS.
Il tribunale di prima istanza ha pure condannato il ricorrente a pagare le spese processuali, che ammontano a circa 18'000 franchi, e a versare alla Posta un risarcimento di 45'450 franchi.
Il caso "AutoPostale" era emerso nell'autunno del 2017, quando l'Ufficio federale dei trasporti (UFT) aveva scoperto che dal 2007 l'azienda dei trasporti pubblici aveva commesso frodi percependo sovvenzioni troppo elevate.
Non essendo autorizzata a trarre profitto dal traffico regionale di passeggeri sovvenzionato, l'azienda aveva nascosto per anni gli utili, così da accumulare eccedenze proibite e allo stesso tempo ottenere sussidi. La frode aveva fatto saltare diverse teste, come quella della CEO della Posta Susanne Ruoff, che si era dimessa nel giugno del 2018.
Nel 2018 e nel 2019, la Posta Svizzera aveva rimborsato alla Confederazione, ai Cantoni e ai Comuni un importo di 205,3 milioni di franchi.