L'allarme: «Le donne percepiscono un terzo di rendita in meno rispetto agli uomini»
BERNA - In occasione della "Giornata della pensione paritaria 2023", l'unione Sindacale Svizzera (USS) dedica un approfondimento alle condizioni di pensionamento delle donne, lanciando un allarme: «In Svizzera le donne ricevono ancora un terzo di rendita in meno rispetto agli uomini. Il deficit previdenziale medio per le donne ammonta esattamente a 17'293 franchi».
Insomma, in fatto di pensione e parità tra i sessi, la strada da percorrere in Confederazione è ancora lunga e non più procrastinabile nel tempo. Perchè? Lo spiega il sindacato: l'aumento dei costi per affitti, cassa malati e dei prezzi in generale, vedi il caro energia. Una situazione che tende dunque ad aggravarsi, specie se declinata sulle classi di età più anziane.
Sui motivi della disparità, USS ci vede chiaro. Se infatti maschi e femmine svolgono la stessa quantità di lavoro, a essere differente e a generare poi squilibri è la differenza nei compiti svolti: «Le donne lavorano più spesso a tempo parziale e in settori in cui i salari sono bassi». E questo perché alle lavoratrici resta la delega alla cura nei confronti di familiari («le donne si fanno carico di quasi due terzi del lavoro domestico e familiare non retribuito in più rispetto ai loro partner»), oltre che alla ricerca del benessere dei propri superiori.
Il lavoro domestico e quello familiare non retribuito viene sì riconosciuto dall'AVS, la cui rendita può aumentare fino a 350 franchi al mese, ma «la rendita del 2° pilastro è invece inseparabile dall'esercizio di un'attività lucrativa e dal salario percepito», dove quindi non viene riconosciuto il valore dell'attività svolte in famiglia.
Ma quanto percepisce in media una donna? Ebbene, la risposta di USS è sufficientemente esaustiva: «Una rendita ben inferiore a 3000 franchi al mese». Per il sindacato dunque, all'aumento dell'età pensionabile del gentil sesso non corrisponde un aumento dell'introito promesso. Accade invece il contrario. Al posto «di eliminare una volta per tutte il deficit pensionistico delle donne, sono già previste nuove riduzioni e tagli, ad esempio per quanto riguarda le pensioni delle vedove. Del resto già oggi più dell'11% delle donne richiede prestazioni complementari (PC) subito dopo il pensionamento».
Si punta dunque a migliorare l'AVS attraverso il voto previsto nella primavera del 2024: se si concretizzasse il progetto la 13ma pensione AVS equivarrebbe a un incremento di «circa 150 franchi per tutti i pensionati». L'obiettivo è dunque quello di considerare e remunerare, con una sorta di bonus, il lavoro educativo e assistenziale.