Ignazio Cassis ha però sottolineato che «non ci sarà una conferenza di pace che porti alla cessazione delle ostilità senza la Russia».
A febbraio il consigliere federale si recherà in Cina e in India per cercare di sondare questi Paesi sulla questione.
DAVOS - Il consigliere federale Ignazio Cassis non è in grado di dire se la Russia sarà invitata al Vertice mondiale della pace in Ucraina, qualora si concretizzasse. A febbraio si recherà in Cina e in India per cercare di sondare questi Paesi sulla questione.
«I contorni non sono ancora chiari», ha dichiarato oggi alla stampa il capo del Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE) a margine del Forum economico mondiale (WEF) di Davos (GR). «Tutto dipende dal modo in cui i Paesi influenti vorranno essere coinvolti», ha detto riferendosi a Mosca.
Secondo una fonte dell'Amministrazione federale, il vertice - che non si sa ancora se si terrà a Ginevra e in quale data - potrebbe essere un evento intermedio. Ma «non ci sarà una conferenza di pace degna di questo nome e che porti alla cessazione delle ostilità senza la Russia», ha sottolineato Cassis.
Nonostante il raffreddamento delle relazioni con Mosca in seguito alle sanzioni, i contatti con questo Paese proseguono. Cassis ha ribadito che i Paesi BRICS (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica ai quali si sono aggiunti di recente Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, Egitto e Iran ndr.) dovranno essere il più possibile rappresentati al Vertice della Pace. Per questo motivo il consigliere federale ticinese visiterà due di questi Paesi a febbraio.
Cassis chiede a Iran di evitare escalation - Oggi a Davos, Cassis si è inoltre detto «molto preoccupato» per una regionalizzazione del conflitto nel Vicino e Medio Oriente. Il ministro degli affari esteri ha invitato il suo omologo iraniano a usare «tutto il suo potere» per evitare un'escalation, in particolare con gli Huthi nello Yemen.
Il capo del DFAE ha incontrato a lungo Hossein Amirabdollahian in mattinata. Quest'ultimo gli ha comunicato «l'intenzione» di Teheran di lavorare per questo obiettivo, ha dichiarato alla stampa a margine del WEF.
Cassis è preoccupato per gli attacchi degli Huthi al traffico marittimo, in un momento in cui gli operatori svizzeri del settore sono gravemente colpiti. È anche preoccupato per le tensioni tra Teheran e il Kurdistan iracheno.
«La posizione ufficiale dell'Iran è che la guerra in Medio Oriente deve finire», ha aggiunto il consigliere federale, che domani incontrerà il presidente israeliano Isaac Herzog. Secondo Cassis, più il conflitto si protrae, più diventa difficile proteggere i civili. La prossima settimana il consigliere federale parteciperà a una discussione ministeriale sul Medio Oriente al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite a New York.
Iran, «impegnati per rilanciare patto su nucleare» - Dal canto suo, nell'incontro con Cassis, il ministro degli esteri di Teheran Hossein Amirabdollahian ha dichiarato che l'Iran è impegnato a tenere negoziati per il rilancio dell'accordo sul nucleare del 2015. L'iniziativa per rilanciare il patto avanzata dal sultano dell'Oman è sempre sul tavolo, ha aggiunto il capo della diplomazia di Teheran, citato da Tasnim.
I colloqui per tornare al Jcpoa, avviati alla fine del 2021, si trovano in fase di stallo dopo che i partecipanti occidentali (Francia, Gran Bretagna e Germania) hanno criticato l'Iran per avere aumentato le sue attività nucleari, anche con l'arricchimento dell'uranio a un livello superiore rispetto alle restrizioni previste dall'accordo.