Il 3,5% relativo alla disoccupazione giovanile racconta solo una mezza verità
BERNA. Nel mese di settembre la disoccupazione giovanile ha raggiunto il 3,5%, ma questo numero racconta solo una mezza verità.
Chi, tra i 15 e i 24 anni, è senza lavoro rientra non solo nella statistica della disoccupazione generale, ma anche nel dato della disoccupazione giovanile. A settembre questa fascia di disoccupati è aumentata dello 0,8% raggiungendo il livello più alto di quest’anno. La Segreteria di Stato per l’economia (Seco) calcola che siano 19 480 i giovani che non trovano un lavoro, ma questo dato sottostima pesantemente la realtà.
Più della metà dei giovani senza un impiego non rientra nelle statistiche della Seco: infatti queste cifre contemplano solo quei giovani che sono iscritti come cercatori di lavoro presso un Ufficio regionale di collocamento (Urc). Tuttavia molti giovani, spiega la portavoce della Seco Marie Avet, non si iscrivono subito all’Urc. Alcuni perché non hanno diritto alle prestazioni, altri perché stanno cercando autonomamente un posto di apprendistato, di stage o di lavoro. Questo fa in modo che non appaiano nelle statistiche.
Per avere un quadro più realistico non ci si può che affidare ai dati trimestrali dell’Ufficio federale di statistica che, utilizzando gli standard internazionali, registra tutte le persone senza lavoro che nelle ultime quattro settimane hanno cercato attivamente un impiego. Secondo questi dati, che riguardano il secondo trimestre dell’anno (dati più recenti non sono ancora stati divulgati) la disoccupazione giovanile è al 7,7%, oltre il doppio del dato Seco. Anche più preoccupante la situazione per quanto riguarda il Ticino: nel nostro Cantone la disoccupazione giovanile supera il 6% secondo i parametri Seco, mentre nel 2013, secondo le modalità dell’Ufs era del 16%.